Gli Spazi della Musica (Dec 2020)
Arturo Benedetti Michelangeli, Glenn Gould e la Raitre di Angelo Guglielmi. La performance musicale della televisione
Abstract
L’articolo studia comparativamente la forme di mediazione musicale offerta da due trasmissioni televisive riguardanti due eccezionali interpreti del pianoforte – Arturo Benedetti Michelangeli presentato da Roman Vlad e Glenn Gould presentato da Piero Rattalino – andate in onda sulla Raitre di Angelo Guglielmi (1987-1994). Le trasmissioni vengono intese come un sistema di performance stratificate: quella del medium televisione entro il sistema mediale italiano degli anni considerati; quella della rete televisiva RAI nell’ambito del regime di concorrenza con le televisioni commerciali; quella delle trasmissioni televisive in quanto fondata sulle tecniche e sulla performatività del video; quella dei presentatori che si posiziona tra il musicista e il suo pubblico; quella dei musicisti, che usano la musica e la televisione per offrire una presentazione di sé. L’analisi è preparata da una discussione teorico-metodologica che chiarisce l’utilità di uno studio della televisione in quanto mediazione musicale attraverso il ricorso a una impalcatura interdisciplinare che integra la riflessione dei media studies e dei performance studies nella musicologia storica. Le conclusioni riprendono la discussione teorica alla luce dei casi analizzati e considerano la mediazione musicale delle due trasmissioni come sintomo di tensioni mediali e musicali che attraversano un sistema culturale unico e irriducibile, in prospettiva archeologica. The article offers a comparative analysis of two television programmes about two exceptional piano performers – Arturo Benedetti Michelangeli presented by Roman Vlad, and Glenn Gould presented by Piero Rattalino – broadcast by Raitre during Angelo Guglielmi’s direction (1987-1994). I consider these programs as a system of multi-layered performances: that of the medium within the Italian media system of those years; that of the television network in the context of RAI’s competition with commercial television; that of the television programmes as based on video techniques and performativity; that of the presenters in their position between the musician and his audience; that of the musicians who use music and television in order to offer a self-presentation. The analysis is prepared by a theoretical and methodological discussion that justifies the need to investigate television as musical mediation. The discussion resorts to an interdisciplinary framework that integrates media studies and performance into historical musicology. The conclusions resume the theoretical discussion in the light of the case studies and consider the musical mediation of the two television programmes as symptom of media and musical tensions that cross a unique and irreducible cultural system, in an archaeological perspective.