Festival dell'Architettura Magazine (Dec 2020)

Which measure for the invisible

  • Ottavio Amaro

DOI
https://doi.org/10.12838/fam/issn2039-0491/n52-53-2020/526
Journal volume & issue
Vol. 0, no. 52-53
pp. 40 – 45

Abstract

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Nella condizione di post catastrofe da Coronavirus per il progetto architettonico non si tratta di individuare nuovi modelli urbani fondativi su un territorio ridotto al suo grado zero, quanto d’intervenire sulla città esistente e il senso dell’abitare. Siamo in presenza di un’inversione ideologica epocale: la casa, come nuova centralità, dall’existenzminimum approda alla necessità di espandersi, superare ‘lo spazio libero’ per nuovi ‘recinti’ individuali, riproponendosi come officina. La città rivede il concetto d’identità, nella ricerca di nuove ‘misure’ nei rapporti tra luogo di lavoro e luogo dell’abitare, tra spazio pubblico e individuale, tra estensività e reti infrastrutturali lenti, in un nuovo processo di demineralizzazione e quindi di commistione con la natura.

Keywords