Formazione & Insegnamento (Apr 2017)
Il binomio fantastico della Buona-Scuola e la scuola dentro
Abstract
Nel Rapporto 2014 di presentazione della “Buona Scuola” si legge: “all’Italia serve una buona scuola che sviluppi nei ragazzi la loro creatività e li incoraggi a fare cose con le proprie mani nell’era digitale. Ci serve una buona scuola perché l’istruzione è l’unica soluzione strutturale alla disoccupazione, l’unica risposta alla nuova domanda di competenze espresse dai mutamenti economici e sociali.[…] Dare al Paese una Buona Scuola significa dotarlo di un meccanismo permanente di innovazione, sviluppo, e qualità della democrazia. Un meccanismo che si alimenta con l’energia di nuove generazioni di cittadini, istruiti e pronti a rifare l’Italia, cambiare l’Europa, affrontare il mondo.[…]”. La riflessione teorica di questo contributo parte dalla coppia di parole Buona Scuola. Binomio fantastico per un ripensamento teorico dell’ambiente scolastico propriamente detto, ma anche di ambienti scolastici decontestualizzati. Il discorso ruota intorno alle seguenti parole chiave: creatività, istruzione, innovazione educativa e processo. Comunemente parliamo di processo creativo, processo d’istruzione, processo educativo. In questo contributo si cerca di rintracciare la trans-processualità di creatività, istruzione ed educazione quale innovazione pedagogica per una buona scuola.