Connessioni remote (Mar 2021)

Lo spazio pubblico come luogo della frizione e della finzione. Pratiche artistiche e attiviste che confondono il reale.

  • Emanuele Rinaldo Meschini

DOI
https://doi.org/10.13130/connessioni/14708
Journal volume & issue
Vol. 2, no. 2

Abstract

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Il testo si propone di analizzare l’attivismo come forma di relazione complessa all’interno di quelle pratiche artistiche che, facendo uso di approcci partecipativi e azioni performative hanno messo in discussione il ruolo dello spazio pubblico. In particolare dopo aver ripercorso il dibattito critico artistico in merito all’autonomia dell’arte e la sua valenza etica attraverso la querelle tra i due critici Claire Bishop e Grant Kester, il testo propone l’analisi di due interventi che hanno ridiscusso lo spazio pubblico nella sua logica di spazio del consenso e della rappresentazione lavorando sulla marginalità delle comunità non rappresentate e non rappresentabili. Gli interventi che verranno analizzati sono: Art. 2 realizzato dall’artista Adriana Torregrossa (Torino, 1999) e Bitte liebt Österreich realizzato dall’artista tedesco Christop Schlingensief (Vienna, 2000). I due interventi in questione verranno soprattutto analizzati alla luce del meccanismo di imprevedibilità del loop di feedback, teorizzato dalla studiosa Erika Fischer-Lichte nel suo Estetica del Performativo (2004) ovvero, l’impossibilità di collegare una determinata azione a una diretta conseguenza dal momento che i due quadri - quello performativo e quello della realtà - non vengono apertamente dichiarati, chiamando di fatto in causa lo spettatore a prendere consapevolezza della sua risposta in base al quadro d’azione che decide di seguire.

Keywords