Axon (Jun 2017)

Legge di Chio

  • Costantini, Paolo

DOI
https://doi.org/10.14277/2532-6848/Axon-1-1-17-5
Journal volume & issue
Vol. 1, no. 1

Abstract

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Rinvenuta in contesto di reimpiego nei primi anni del ‘900 presso il villaggio di Tholopo- tami nel sud dell’isola di Chio, la stele conserva un testo assai danneggiato su tre delle quattro facce entro cui è distribuito, ma nel complesso ricco di elementi utili a mettere in evidenza alcuni rilevanti aspetti storico-politici dell’isola risalenti al primo quarto del VI secolo a.C. Se la sua produzione chiota può risultare dubbia in virtù dell’uso di trachite rossastra come materiale per il supporto e della menzione di un culto di Estia (entrambi diffusi e attestati nella vicina Eritre), così come risulta abbastanza complicato inquadrare il documento epigrafico dal punto di vista tipologico, è palese invece il carattere singolare dell’insieme di istituzioni menzionate nel testo. Oltre ad un gruppo di basileis, l’iscrizione fa riferimento a un demarco e al demo: delle prime due è pressoché indiscutibile soltanto il carattere magistratuale, mentre per quanto riguarda la terza è certo dal testo che ai suoi componenti era concesso emanare leggi, riunirsi in assemblea e costituire una boulé. Dal momento che elementi di natura aristocratica si affiancano ad altri di natura apparentemente democratica, sin dalle prime edizioni del testo si è voluto istituire un parallelo con l’Atene di Solone che però si è rivelato successivamente troppo forzato. Inoltre, nemmeno la tesi per cui l’iscrizione rivelerebbe il ‘democratizzarsi’ delle istituzioni di Chio, se non addirittura la nascita della democrazia nell’isola, regge totalmente: non solo perché nel testo non ne viene fatta alcuna menzione, ma anche perché il documento si presta a essere piuttosto teste della presenza di organi politici non già democratici ma pubblici, come nel caso della boulé, detta appunto demosie. Si deduce quindi soltanto il carattere misto dell’ordinamento politico di Chio nel VI secolo, che stando a Tucidide rimase tale anche nel secolo successivo (mentre secondo Aristotele fu esempio di oligarchia dispotica), a tal punto che, volendo comunque creare un paragone con il caso ateniese, pare più lecito considerarlo a metà via tra la politeia soloniana e quella di Clistene.

Keywords