NSC Nursing (Jul 2018)

Il “Diario di bordo condiviso” come cura di sé nel vissuto di malattia oncologica delle persone assistite e percepito dell’utilità da parte degli operatori.

  • Lorenza Garrino,
  • Irene Motta,
  • Cristina Mentone,
  • Inga Ventimiglia,
  • Valerio Dimonte

DOI
https://doi.org/10.32549/OPI-NSC-19
Journal volume & issue
Vol. 2, no. 2
pp. 8 – 21

Abstract

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Introduzione La diagnosi di malattia onco-ematologica risulta traumatica e di difficile elaborazione per le conseguenze drammatiche sulla vita della persona. L'approccio narrativo viene utilizzato in ambito clinico per sostenere i pazienti, facilitando espressione di sentimenti e condivisione. Obiettivo dello studio è analizzare le esperienze di pazienti e operatori in seguito all'introduzione dei diari di bordo condivisi all'interno di una Struttura Complessa a Direzione Universitaria di Ematologia, indagandone l'utilità. Materiali e Metodi Il disegno di ricerca è di tipo qualitativo, con approccio "ricerca-azione". E' stato progettato lo strumento dei Diari di bordo condivisi. E' stata svolta una indagine realizzata attraverso interviste e focus group. Risultati Le sei persone assistite intervistate sottolineano come la scrittura del diario diventi un’arte della scrittura di sé, un mezzo “particolare” per condividere vissuti nella esperienza drammatica e totalizzante della malattia. Sono state coinvolti nei due focus group dieci tra Infermieri e Operatori Socio Sanitari, dai quali è emersa l'utilità del Diario di bordo condiviso come strumento "speciale" per conoscere l'esperienza degli assistiti e utilizzarla nella pratica di cura; una difficoltà riguarda la proposta dell’esperienza diaristica all'accoglienza dell'assistito dell’unità di cura. Discussione L'opportunità offerta dai Diari di bordo di condivisione del vissuto di malattia, la possibilità di scrivere per riflettere e lasciare una testimonianza rappresentano i punti di forza di questa esperienza. La lettura dei diari condivisi permette agli operatori di entrare in contatto con i vissuti dei pazienti e migliorare il proprio lavoro. Sono da affrontare alcune criticità legate all’introduzione dello strumento nella pratica clinica.

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