ArcHistoR Architettura Storia Restauro: Architecture History Restoration (Feb 2020)

Places, Permanences and Iconographic Traditions in the Greek Calabria

  • Rosario Giovanni Brandolino,
  • Domenico Mediati

DOI
https://doi.org/10.14633/AHR144
Journal volume & issue
Vol. 6, no. 12
pp. 60 – 75

Abstract

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In 1820 Karl Witte discovered a "Greek" speaking population in southern Ionian Calabria. It is a restricted cultural enclave where, still today, linguistic residues of the ancient Grecanico remain. The essay is a summary of research aimed at the analysis and enhancement of the material and immaterial heritage of this area, searching residual traces of the Greek-Byzantine tradition in Calabria: cultural and anthropological matrices; recurring features in buildings and in landscape; craft traditions. The study refers to the 2030 Agenda Strategy, Goal 11.4 (strengthen efforts to protect and safeguard the world’s cultural and natural heritage). It is developed through surveys, drawings, analysis and reflections, aimed at deepening the following topics: • Urban squares and collective spaces: places of permanence and sharing of cultural and anthropological heritage. • Artifice and nature: virtuous and sustainable integration between spontaneous architecture and landscape. • Textile craftsmanship and wood carving: the tangible memory of an ancient Greek-Byzantine iconographic tradition. The research highlighted, in the more internal areas, a widespread quality of the buildings. It is a poor and spontaneous architecture, but built in harmony with the landscape. However, we can find the most identity characteristics in artisanal productions: objects of "ethnic design" created on recurrent models in which popular spontaneity intertwines with the unconscious memory of Byzantine iconographic traditions. Among the analysed villages, Roghudi Vecchio – now abandoned – could be a pilot project for the enhancement of the territory and the Grecanica traditions. Luoghi, permanenze e tradizioni iconografiche nella Calabria Greca Nel 1820 Karl Witte scopre una popolazione di lingua “greca” nella Calabria meridionale ionica. È una ristretta enclave culturale in cui, ancora oggi, permangono residui linguistici dell’antico "Grecanico". Il saggio è sintesi di una ricerca volta all’analisi e alla valorizzazione del patrimonio materiale e immateriale di tale area, alla ricerca di tracce residue della tradizione greco-bizantina in Calabria: matrici culturali e antropologiche; caratteri ricorrenti nel costruito e nel paesaggio; tradizioni artigianali. Lo studio fa riferimento alla Strategia Agenda 2030, goal 11.4 (rafforzare gli impegni per proteggere e salvaguardare il patrimonio culturale e naturale del mondo), e si sviluppa attraverso rilievi, disegni, analisi e riflessioni, volti ad approfondire i seguenti temi: • Piazze urbane e spazi collettivi: i luoghi della permanenza e della condivisione del patrimonio culturale e antropologico. • Artificio e natura: integrazione virtuosa e sostenibile tra architettura spontanea e paesaggio. • Artigianato tessile e intaglio del legno: la memoria tangibile di un’antica tradizione iconografica greco-bizantina. La ricerca ha evidenziato, nelle aree più interne, una diffusa qualità del costruito. È un’architettura povera e spontanea ma realizzata in armonia con il paesaggio. I caratteri maggiormente identitari si riscontrano, però, nelle produzioni artigianali: oggetti di “design etnico” realizzati su modelli ricorrenti in cui la spontaneità popolare s’intreccia con l’inconsapevole memoria di tradizioni iconografiche bizantine. Tra i borghi analizzati, Roghudi Vecchio – oggi abbandonato – potrebbe rappresentare un progetto pilota per la valorizzazione del territorio e delle tradizioni grecaniche.

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