Festival dell'Architettura Magazine (Dec 2017)
Aree militari dismesse, ma non riconvertite. Una spettacolarizzazione istituzionale con scarsa efficacia
Abstract
In seguito ai mutamenti geopolitici internazionali posteriori alla caduta del muro di Berlino e al radicale riassetto delle forze armate, consistenti quantità di territorio, ubicate sia in ambito urbano, sia periferico, sono state liberate dalle funzioni militari a partire dalla fine degli anni Ottanta. Sebbene i vuoti militari dismessi possano teoricamente fornire l’occasione per definire nuove regole per la crescita urbana e poter operare efficacemente per la riorganizzazione del territorio, in Italia si riscontrano diversi fattori che stanno contribuendo al degrado e all’obsolescenza di queste strutture. Ancora ad oggi al fenomeno delle chiusure non sta seguendo la riconversione ad usi civili e non esiste una riflessione adeguata sulle difficoltà che le amministrazioni locali si sono trovate ad affrontare nella costruzione di processi virtuosi di riutilizzo e re-introduzione nel ciclo economico dei patrimoni ex militari. Si tratta di una tipologia di “vuoto urbano” relativamente poco studiata, da ripensare in un’ottica di rigenerazione e potenziale fattore di sviluppo e competitività.