SocietàMutamentoPolitica: Rivista Italiana di Sociologia (Mar 2012)

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  • Gregor Fitzi

DOI
https://doi.org/10.13128/SMP-10604
Journal volume & issue
Vol. 2, no. 4

Abstract

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Max Weber è stato spesso dipinto come un pensatore razionalista, che non riconosce il ruolo delle emozioni per l’interazione sociale. In contrasto con tale interpretazione il saggio mostra quale sia il significato teorico dell’analisi delle emozioni nella sociologia di Weber. A cominciare dal livello dell’azione sociale l’agire emozionale è visto da Weber come il motivo dirimente per l’emergenza di nuove strutture dell’interazione nelle società premoderne. Lo sviluppo della teoria sociologica weberiana delle emozioni può così essere ricostruito seguendo l’architettura della sua opera postuma “Economia e società”. Qui Weber spiega come la motivazione emotiva dell’agire divenga da un lato l’impulso guida per la costruzione della struttura sociale orizzontale della Vergemeinschaftung e dall’altro per quella della struttura sociale verticale del potere carismatico. Quest’ultimo rappresenta la struttura sociale più complessa fondata sull’agire emozionale. La sua durata è tuttavia limitata nel tempo. Forme della vita sociale quotidiana devono rimpiazzare i legami carismatici se il gruppo sociale vuole sussistere oltre la fase dell’emergenza. L’attenzione per questa problematica evidenzia il particolare modo in cui Weber valuta lo status sociologico delle emozioni e cioè come uno “status liminale”. Le emozioni possono dare impulsi fondamentali allo sviluppo di relazioni sociali, ma alla lunga devono essere rimpiazzate da altre forme dell’agire come quella tradizionale o razionale. Tale assunto potrebbe portare ad affermare che specialmente nell’epoca moderna il ruolo che le emozioni svolgono all’interno della realtà sociale tenda a divenire nullo. Rivolgendo l’attenzione alla sociologia della religione di Weber questo assunto può tuttavia essere contraddetto in modo inaspettato.