M@GM@ (Jul 2011)

“I would prefer not to”: note su precarietà e soggettivazione

  • Paolo Vignola

Journal volume & issue
Vol. 09, no. 02

Abstract

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Che la formazione del soggetto, come singolo essere umano inserito in una molteplicità di relazioni sociali, sia legata all'attività lavorativa è storicamente un’evidenza, ma negli ultimi trenta anni è emerso un fenomeno che al tempo stesso amplifica e rovescia tale dinamica. Per un verso infatti non si può negare il ruolo formatore di soggettività che la diversificazione dei ruoli lavorativi detiene ancora oggi, ma il mutamento – in termini estensivi e inglobanti – del rapporto tra tempo produttivo e tempo improduttivo giunge a istituire un piano di esistenza le cui coordinate dipendono direttamente dalle variabili che il mondo del lavoro esibisce. In altre parole, se oggi sembra realizzarsi una precarizzazione della vita a partire dalla precarizzazione del lavoro, ciò non è dovuto solamente alle condizioni socioeconomiche che un determinato impiego può offrire, ma essenzialmente al fatto che “la vita stessa è stata messa al lavoro”, nel senso che nessun aspetto dell’esistenza sfugge alla dimensione produttiva. Indagare il peso che il rapporto tra vita e lavoro esprime nella formazione di soggettività è allora l'obiettivo di questo contributo, teso alla ricerca di strumenti concettuali idonei a esplorare il significato della precarietà e orientare possibili percorsi di “resistenza”.

Keywords