Fuori Luogo (Jan 2024)

Ripensare le Aree Interne. Una Questione di Immaginario?

  • Chiara Davino,
  • Melissa Moralli,
  • Lorenza Villani

DOI
https://doi.org/10.6093/2723-9608/9303
Journal volume & issue
Vol. 18, no. 1

Abstract

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Il contesto pandemico ha innescato in Italia una narrazione diversa rispetto a quella usuale legata all’immaginario delle Aree interne. Non più intese solo come problema o spazi della mancanza, le aree interne sono divenute opportunità per un nuovo approccio allo sviluppo sostenibile, capace di superare la polarizzazione socio-territoriale tra centri urbani e realtà periferiche (Fenu, 2020). Tuttavia, il ritorno alle campagne, alimentato da proposte generiche sul ripopolamento immediato e indistinto delle aree rurali europee e da un immaginario idealizzato che contrappone l’amenità della vita bucolica al caos della città, ma anche la nostalgia del passato alla modernità urbana, appare semplicistico. Le crisi contemporanee mostrano infatti con evidenza – la recente pandemia è solo l’esempio ultimo – le relazioni socio-ecologiche che le innescano, consentendo di riconoscere il carattere strutturale, complesso ed epocale dei fenomeni, al di là di interpretazioni che li inquadrano come congiunturali fornendo risposte inadeguate (Moralli, Allegrini, 2020). Tali relazioni, rimandando dal globale al locale, permettono di inquadrare le sperimentazioni locali come uniche soluzioni possibili contro quelle globali e generiche. Più in generale, aprono spazi per una ri-significazione dell’immaginario (Carmagnola, Matera, 2008), e in particolare per una riflessione sullo stesso antropocentrismo dell’antropocene; offrendo la possibilità di re-inserire l’azione umana all’interno di una catena di agency che vede coinvolte molteplici ed eterogenee specie, umane e non umane (Latour, 2020). Partendo da un’introduzione teorica su immaginario, aree interne e nuove pratiche narrative, l’articolo presenterà poi alcuni esempi concreti di progettazione territoriale dal basso avvenuta all’interno del Festival del turismo responsabile IT.A.CÀ, capaci di fornire significati simbolici e comunicativi alternativi sui paesaggi "ai margini" e "interni" italiani. Questi esempi dimostreranno come le aree interne possono dunque divenire una reale opportunità per progettare infrastrutture sociali più solide e inclusive anche a partire dal linguaggio attraverso cui il territorio viene descritto e codificato. In primo luogo, decostruendo framework mediatici e politici incoerenti, ma anche innescando fiducia nei processi innovativi di rigenerazione dal basso e svincolando l’abitare dalla condizione di permanenza per legarlo piuttosto ai concetti di cura e di interazione tra corpi e specie abitanti (Barbera et al., 2020).

Keywords