Arheološki Vestnik (May 1995)

Zgodnjesrednjeveško grobišče v Čelegi pri Novem gradu v Istri

  • Branko Marušič

Journal volume & issue
Vol. 10, no. 3-4

Abstract

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II Museo archeologico per l’Istria di Pola nei mesi di novembre 1955 e lu[1]glio 1956 scavo sistemáticamente una necropoli medioevale rinvenuta per caso a Celega presso Cittanova d’Istria. L’articolo che qui riassumiamo è un rapporto sui risultati degli scavi ed è corredato di 12 illustrazioni, 1 disegno, 3 appendici e 9 ta[1]belle. L’autore parla in primo luogo dell’architettura tombale e degli usi funerari, passa poi alla descrizione dettagliata dei ritrovamenti e delle tombe, per daré infine le conclusioni e la datazione. Varchitettura delle tombe. Su dodici tombe dieci appartengono al tipo di tomba delimitata da lastre di pietra perpendicolari, mentre due (1 e 2) sono semplicemente scavate a poca profondità nella terra. Le lastre orizzontali di copertura giacevano (v. appendice 2 a— 2 b) tra le lastre perpendicolari (tombe 2, 4, 6), sopra le lastre perpendicolari (tombe 6, 7, 8), oppure semplicemente su uno strato di terra (tombe 3 A, 10, 11; tomba 12 — fig. 8). Nella zona delle tombe 7, 8 (app. 2 a, 3) ed 11 (app. 2 b, 3) immediatamente sotto la terra coltivata si trovava uno strato difensivo di pietre, ben visibile. Taie strato difensivo ricopriva le lastre di coper[1]tura anche nelle tombe 3 A e 3 B (app. 2d). Le tombe 9 e 10 invece erano coperte da una specie di selciato formato da piccole e sottili lastre poste di traverso e fissate con malta abbondante (app. 2 c, 3). Il fondo era lastricato solo nella tomba 3 B (app. 2d). Nelle altre tombe i morti giacevano su uno strato di terra rossa stérile (tombe 3 A, 4, 5, 6, 7, 9, 10, 12) oppure sulla roccia viva (tombe 8 e 11). La parte finora esplorata délia necropoli era parzialmente delimitata da un muro a secco (fig. 1 e 2; app. 2 a, 2 c, 2 d; app. 3) e divisa in due parti da un muro normale in cui sono state tróvate due spoglie antiche (app. 3). Le tombe erano disposte in tre file, tra le varie tombe délia stessa fila ci erano dei piccoli intervalli, tra le file degli spazi vuoti più larghi. Usi funerari. Quasi tutte le tombe erano destínate ad un único morto. Una sepoltura secondaria, posteriore, è stata riscontrata solo nelle tombe 6 e 12. In un seppellimento contemporáneo di due rispettivamente quattro morti ci si imbatte nelle tombe 12 e 10. Tutti i cadaveri erano in posizione normale e supini. Le braccia stese lungo il corpo (tombe 2, 3 A, 3 B, 8 — fig. 6, 10, lo scheletro superiore délia tomba 12), ripiegate sul corpo (tomba 6 — fig. 4 e 5, tomba 11) e una stesa e una ripiegata (tomba 7 — fig. 4, tomba 10, scheletro interiore). Stando al luogo dove i vari oggetti sono stati trovati, alcuni di essi, più precisamente i pettini (fig. 12), gli orecchini e le fibbie sono da considerarsi corne parte dell’abbigliamento, mentre i pugnali (fig. 10 e 11) sono stati posti nella tomba come corredo. Come tali dob[1]biamo considerare anche i vasi trovati ad ovest delle tombe 4, 5, 6 e 9 e a sud délia tomba 8 (A 5, A 6 e A 8). Sopra la tomba 6, nelle tombe 3 B e 10 era stata versata délia terra, trasportata dal vicino villaggio. I frammenti di vetro e di vasellame trovati nella terra stérile di copertura delle tombe (tombe 4 e 5) sono dei resti délia rottura rituale di vasi ceramici e vitrei. Quasi ovunque nello strato di copertura delle tombe sono stati trovati frammenti di carboni che assieme al carbone e alla cenere del vaso A 9 (t. III, 1) rinvenuto a sud délia tomba 8, dimostrano l’esistenza di riti in cui il fuoco aveva lo scopo di purificare le anime e allontanare gli spiriti maligni.Nella tomba 1 si é trovata sotto una tavola soltanto il teschio, il che potrebbe essere indizio di una decapitazione rituale. Descrizione dei ritrovamenti. A. Cerámica. L’autore descrive i manufatti ceramici tardoantico-bizantini (A i — tab. I, 1; A 2—A 4; A 25 — tab. I, 2), la ce[1]rámica d’uso funerario degli inizi del Medioevo (A 5 — tab. YI, 1; A 6 •— tab. II, 2 e VIII, 2; A 7 — tab. II, 1 e VIII, i; A 8 — tab. VII; A 9 — tab. III, 1; A 11 — tab. I, 4; A 12 — tab. I, 6 e VIII, 4) e la cerámica d7uso domestico (A 10 — tab. I, 7; A 13 — tab. I, 3 e VIII, 5; A 14, A 15, A 16 - tab. I, 5 e VIII, 3; A 17— A 23, A 24 — tab. I, 8) dello stesso periodo. B. V e t r o. Sono stati trovati numerosi frammenti di labbra, colli, impugna[1]ture, fondi e pareti di vasetti transparenti di colore verde chiaro e verde oliva e di forma tondeggiante (tab. VIII, 10). C. Ferro. Due pugnali, C 1 (tab. IX, 2) e C 2 (tab. IX, 1) provengono dalla tomba 9 (fig. 11), il pugnale C 3 (tab. IX, 3) dalla tomba 10 (fig. 10). D. B r o n z o. La cornice della fibbia D 1 (tab. I, 9 e VI, 3) é stata trovata nella tomba 8, la fibbia in tre partí, D 2 (tab. VI, 2) nel quadrato D 6, le catenelle spirali di un turibolo a tre prese (tab. V.) nel quadrato C 5. E. Argento. Gli orecchini E 1 (tab. VI, 4) ed E2 (tab. VI, 5) sono stati rinve[1]nuti nella tomba 12. G. O s s o. II pettine G 1 (tab. III, 3) in tre partí, coi denti in due file, deriva dalla tomba 9, cosí puré il pettine G 2 (tab. IV, 1), i pettini G 3 (tab. III, 4) e G 4 tab. IV, 3) dalla tomba 10, mentre il pettine G 5 (tab. IV, 2) dalla tomba 12 e il pet[1]tine G 6 (tab. III, 2) dalla tomba 9. Cronología e conclusioni. II materiale rinvenuto nella necropoli — ad eccezione dei frammenti di cerámica tardoantica — appartiene all’alto Medioevo. Gli oggetti piü recenti sono i pettini in tre partí (G 1— G 6) che l’autore in base alie liste rego[1]larmente arrotondate attribuisce al secolo VII. Di questo secolo sono puré i due orecchini E l ed E 2, appartenenti al gruppo di orecchini a cestello, le cui forme ricorrono specialmente nelle regioni circostanti al lago Balaton. In favore di questa datazione parlano i fatti seguenti: 1. gli orecchini con nodo e a cestello (Bled I, Reichenhall) sono del secolo VII; 2. sul territorio longobardo non si sono trovati orecchini con nodo e a cestello, e ció mostra che ambedue questi tipi di orecchini si sono sviluppati nelle regioni del lago Balaton appena dopo il 568; 3. i longobardi nel Friuli conoscono gli orecchini con nodo, ma li hanno avuti tramite gli slavi, ció che fu possibile pero appena nel secolo VII, época in cui si formó una frontiera longobardoslava lungo il »limes« longobardo. L’autore attribuisce al VII secolo anche la cerámica d’uso domestico. La tradizione antica o tardoantica é evidente anzitutto nei vasi tondeggianti A 5 e A 6, dove anche la técnica (il tornio) e gli ornamenti (linea ondeggiante) fanno pensare ai tornitori romani, anche se alcuni esemplari di vasellame, in base ai procedimenti tecnici piü semplici (i vasi A 7 e A 10 e il calderuolo A 23 risultano modellati in parte a mano), in base agli orna[1]menti appena percepibili (A 6 e A 7) e alia cattiva cottura (A 6) probabilmente si possono attribuire giá alia popolazione sopravvenuta di recente, che pero in breve tempo apprese alcuni procedimenti tecnici dalla antica popolazione romana. La necropoli che in base ai ritrovamenti é stata datata nel VIL secolo, in quanto al suo carattere é non-romana, barbárica. In favore di questa tesi parlano non solo le tombe in fila e la posizione regolare dei cadaveri, ma specialmente gli usi fune-rari constatati (tombe individuali, purificazione delle anime, scacciamento degli spiriti col fuoco, rottura rituale dei vasi, apporto rituale di terra, decapitazione rituale, corredo delle tombe). In relazione al tempo in cui la necropoli è stata da[1]ta ta verrebbe in considerazione soltanto l’elemento etnico slavo, che dopo l’anno 611 (cioè dopo le invasioni che portarono alla rarefazione délia vecchia popolazione romana) si stabili compattamente a NE, ad E e a SE dell’Istria. La documentazione archeologica mostra una popolazione agricola pacifica e libéra (il pugnale corne simbolo di libertà) che probabilmente coltivava il fondo del magister militum di cui si sa che nei dintorni di Cittanova aveva dei vasti poderi. Poichè gli slavi po[1]terono stabilirsi a Celega appena dopo il 611 e nella necropoli sono visibili parecchi influssi délia vecchia popolazione romana (l’inumazione, la tecnica muratoria, l’architettura tombale, forse anche alcuni procedimenti tecnici nella lavorazione dei vasi), il che dénota un certo periodo di simbiosi, l’autore data le tombe nella seconda metà del secolo VII.