Altre Modernità (Nov 2020)
Di fronte alla malattia dell’altro: la narrazione come atto riparativo e testimoniale
Abstract
I memoir scritti da famigliari di una persona malata raccontano il difficile confronto con la mortalità e la sofferenza altrui. Tale impresa di scrittura, che giunge a rivestire una funzione terapeutica di gestione del dolore, ha una duplice natura: da un lato è biografia, finalizzata a fissare e trasmettere la memoria di chi non c’è più; dall’altro è autobiografia, in quanto la storia di malattia ha necessariamente serie ripercussioni sulla propria vicenda personale. Sono presenti, pertanto, almeno due narrazioni, che dischiudono paesaggi psicologici complessi, suscitano interrogativi di carattere etico e coincidono con ricostruzioni degli eventi compromesse dal trauma. Il presente contributo intende gettare luce sui tratti distintivi di simili testi, a partire da una lettura comparata di The Year of Magical Thinking (2005) di Joan Didion e Swimming in a Sea of Death (2008) di David Rieff. Entrambi i memoir saranno esaminati da un punto di vista narratologico, prestandosi, al contempo, a una discussione critica dei limiti e delle illusioni della comunicazione narrativa.
Keywords