Incontri: Rivista Europea di Studi Italiani (Dec 2017)

Catholic Anti-Modernism And the Modernity of Fascism: Integralist Catholicism, Nationalism, and Antisemitism in Fede e Ragione (1919-1929)

  • Nina Valbousquet

DOI
https://doi.org/10.18352/incontri.10217
Journal volume & issue
Vol. 32, no. 2
pp. 80 – 94

Abstract

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L’antimodernismo cattolico e la modernità del fascismoCattolici integrali, nazionalismo e antisemitismo in Fede e Ragione (1919-1929)Mentre la storiografia si è spesso concentrata sulle relazioni tra gerarchie fasciste e cattoliche nel processo di avvicinamento che porta agli accordi Lateranensi, questo articolo propone invece di soffermarsi più attentamente sul rapporto ambivalente dei cattolici integrali con il fascismo, dimostrando che l’adesione di questa corrente più intransigente della cultura cattolica italiana con il fascismo fu in realtà tortuoso ed incompiuto. Tramite l’esempio della rivista cattolica Fede e Ragione, fondata a Firenze nel 1919 e poi trasferita a Fiesole, questo saggio individua i motivi di consenso al regime fascista ma anche i fattori di tensione con la modernità fascista. Legata all’eredità antimodernista del ‘partito di Pio X’ e alla sua impostazione ecclesiocentrica, Fede e Ragione si pose come voce critica del fascismo sansepolcrista anticlericale in un primo tempo, e delle aspirazioni totalitarie e di religione politica del regime fascista in un secondo tempo. Tuttavia, le politiche più antimoderne del regime di Mussolini in campo sociale, religioso e demografico, sedussero sempre di più gli integrali. Il fascismo diventò per i cattolici di Fede e Ragione un baluardo contro ‘nemici’ comuni ed un opportuno strumento di repressione contro socialisti, popolari, liberali, massoni, protestanti ed ebrei. Portavoce di un antisemitismo cattolico integrale spiccato e segnato dalla collaborazione di Msgr Benigni, Fede e Ragione polemizzò contro la cosiddetta modernità ‘ebraica’, in particolare nei costumi e media moderni come il cinema, e sollecitò le autorità fasciste per una più severa censura. Nonostante la sua adesione alla conciliazione tra Chiesa e Stato italiano, la pubblicazione della rivista smise nel dicembre 1929, dopo pressioni dalla Santa Sede su una voce troppo rumorosa del settarismo cattolico.

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