Between (Nov 2021)
Dal sobborgo americano alle <em>echo chambers</em> e alle <em>filter bubbles</em>. Come l’evoluzione urbana ha dato forma alla <em>platform society</em>
Abstract
Due delle derive più inquietanti sul futuro delle società digitali che ci prospetta la sociologia della comunicazione più recente, fanno riferimento ai concetti di Filter Bubble ed Echo Chamber. Si tratta di due spazi chiusi online: il primo derivante dalle logiche di filtraggio introdotte dalle affordances delle grandi piattaforme che governano oggi gli scambi comunicativi (Google, Facebook, Amazon, Netflix, Instagram, etc.) e regolate principalmente da algoritmi; il secondo dal desiderio di ridurre la dissonanza cognitiva attraverso l’«autoreclusione» in ambienti digitali in cui si ripetono esclusivamente le stesse opinioni e punti di vista. Attraverso un confronto tra la sociologia urbana degli anni ’80 e ’90 del ‘900 e le più recenti teorie prodotte nell’ambito degli internet studies, l’obiettivo di questo articolo è dimostrare che la platform society attuale e le sue derive più distopiche erano già state anticipate e preparate dalla riconfigurazione urbanistica che avviene soprattutto negli Stati Uniti a partire dagli anni ’50 del ‘900 con la diffusione esponenziale della forma abitativa del sobborgo. Il sobborgo americano nasce sia come desiderio di una fetta di popolazione di rinchiudersi in spazi omogenei e controllati (Echo Chambers) ma è anche l’esito di algoritmi politici, urbanistici, economici e tecnologici volti a profilare e classificare la popolazione urbana (Filter Bubbles) e disinnescare così il potenziale conflittuale dell’anonima folla metropolitana.
Keywords