Caminhos (Sep 2023)

CHE COSA CI FA CONOSCERE LA BELLEZZA

  • Costantino Esposito

DOI
https://doi.org/10.18224/cam.v21i2.13400
Journal volume & issue
Vol. 21, no. 2

Abstract

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Il titolo di questo mio intervento può essere inteso in due modi diversi ma complementari: esso si riferisce in primo luogo (secondo una più immediata comprensione) a quelle condizioni dell’esperienza e a quei fattori della soggettività umana che ci permettono di giudicare qualcosa come “bella”, o più in generale ci fanno conoscere la realtà della bellezza. Ma in secondo luogo il titolo si riferisce a ciò che la bellezza stessa ci permette di conoscere, o meglio quella specifica conoscenza della realtà – di noi stessi e del mondo – che acquisiamo grazie alla bellezza. Tutto il problema della bellezza nella nostra epoca può essere sintetizatto nel fatto che i due sensi di questo titolo sembrano essere ormai definitivamente divaricati l’uno rispetto all’altro. Di modo che nell’esperienza soggettiva del bello (in quello che da Kant in poi chiamiamo il “gusto” del bello) si indebolisce, fino a perdersi, ogni pretesa di conoscenza; e a sua volta la conoscenza oggettiva delle cose si identifica progressivamente con la loro misurabilità e la loro costruibilità. Per questo vale la pena riaprire una questione che sembrerebbe essere già stata risolta e archiviata, vale a dire: qual è la dimensione conoscitiva del bello? Ci permette esso di allargare la nostra conoscenza del mondo e di noi stessi o dev’essere confinata all’interno di un sentimento soggettivo?

Keywords