Prassi Ecdotiche della Modernità Letteraria (Sep 2021)

Come attualizzare un classico: le forme del ‘canzoniere di Dante’ tra XVI e XIX secolo

  • Laura Banella

DOI
https://doi.org/10.13130/2499-6637/16365
Journal volume & issue
no. 6

Abstract

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Se è acquisizione della critica novecentesca che le rime di Dante siano una "superba collezione di estravaganti" (Contini, 1939), a partire dall'edizione critica di De Robertis (2002) si è aperto un dibattito sulla possibilità dell'esistenza di un Libro delle canzoni d'autore, da affiancare al libro della Vita nuova. Prima ancora, liberate dalle antologie che le hanno trasmesse dal Cinque all'Ottocento, le rime di Dante circolano per almeno un cinquantennio sotto il titolo di Canzoniere (Fraticelli, 1856), quando anche la Vita nuova, dopo essere giunta alle stampe solo nel 1576, ha un rinnovato successo. Ma, soprattutto prima dell'affermarsi della critica lachmanniana, ognuna delle forme del 'canzoniere di Dante' finisce per riflettere le consuetudini invalse nella produzione poetica e nella relativa prassi editoriale sua contemporanea. Il contributo si propone quindi di ripercorrere la circolazione a stampa della lirica dantesca, dalla princeps delle canzoni del 1491, in coda alla Commedia, all'edizione Barbi (1921): la storia editoriale del 'canzoniere di Dante' (o dei 'canzonieri di Dante') attraverso le diverse forme delle sue (vere o presunte) serie liriche illumina un'interazione continua e costante tra lirica contemporanea e lirica antica, mostrando l'evoluzione di quello che si configura come un ecosistema intellettuale a impollinazione incrociata tra poeti ed editori.

Keywords