Quaderns d'Italià (Dec 2022)

Quale lingua usava il barone di Mandralisca?

  • Nicolò Messina

DOI
https://doi.org/10.5565/rev/qdi.559
Journal volume & issue
Vol. 27

Abstract

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La pagina di Vincenzo Consolo è subito identificabile per la lingua caratterizzata dal ritmo prosodico e dalla variazione (mescidanza di repertori e registri) che del plurilinguismo si avvale per tradurre la pluralità delle voci narrative. A ciò si aggiunge la tendenza a emulare la lingua del tempo del narrato, quella dei testi coevi all’azione narrativa, siano letterari che documentali. Tale identi­ficabilità si ma­ni­festa sin dall’inizio della carriera dello scrittore, contraddistingue apoditticamente il ‘long seller’ Il sorriso dell’ignoto marinaio (1976), è confermata macroscopicamente da prove successive: Lunaria (1985), Retablo (1987), Nottetempo casa per casa (1992). In un gioco di specchi tra due brani del Sorriso (due lettere ascrivibili al protagonista storico e finzionale, Enrico Pirajno di Mandralisca) l’articolo intende dimostrare l’osmosi linguistica che li lega e sembra ispirare l’ottocentismo che pervade tutta la lingua del romanzo.

Keywords