Formazione & Insegnamento (Mar 2020)
“Vale più di mille parole” La polisemia delle immagini nella formazione degli insegnanti ai temi globali
Abstract
La scuola vive una forte tensione tra la separatezza degli ambiti disciplinari, entro cui si declinano i curricoli, e la chiamata ad affrontare temi di interesse globale in relazione ai rischi ambientali, sociali, economici e istituzionali di cui percepiamo, oggi più che mai, la profonda interconnessione. Se da un lato è riconosciuta la necessità di ricercare un “nuovo umanesimo”, un approccio alla conoscenza che abbia come scopo la felicità e la pace tra gli esseri umani, dall’altro è difficile identificare azioni sistemiche che accompagnino la trasformazione di tutto il sistema educativo in tal senso. In questo lavoro affrontiamo tale questione dal punto di vista della formazione degli insegnanti, pilastro indiscutibile del miglioramento di ogni sistema educativo, utilizzando una metodologia che fa uso delle immagini: la metodologia dell’analisi visuale. L’esperienza di applicazione di tale metodologia con oltre 1.000 insegnanti dal 2017/18 ad oggi in corsi di formazione in presenza condotti in varie regioni, ha prodotto come risultati: 1) la validazione e la definizione di una grammatica del metodo, applicato attraverso due fasi principali (photo-elicitation e native image making); 2) alcune evidenze del potenziale generativo dell’applicazione della metodologia che consente di avvicinare la complessità, rinforzare l’empatia, superare le barriere disciplinari, creare dati utili a documentare e, in ultimo ma non meno importante, avviare all’azione, ovvero innescare azioni educative contributive per la creazione di valore a partire dalle varie prospettive disciplinari. La metodologia dell’analisi visuale può dunque rappresentare un approccio valido in particolare per avvicinare temi complessi che richiedono uno “sguardo euristico” (Losacco & de Maurissens, 2020) che sia al tempo stesso scientifico, creativo, interdisciplinare e valoriale, consentendo di misurarsi con la solastalgia (Albrecht, 2005), lo stress creato dall’impotenza percepita di fronte ai rischi di natura globale, per tradurla in reazione e quindi in azione.