Diacronie. Studi di Storia Contemporanea (Jul 2010)

La mafia a Ragusa. La provincia babba nel “cono d’ombra”

  • Giorgio Caccamo è dottore magistrale in Cooperazione internazionale (Bologna, 2008). Si è laureato in Antropologia culturale e processi di migrazione presso l’Università di Bologna, con una tesi su Black Italians e Bleus Noirs: dall’interdizione razziale all’integrazione dei calciatori di colore italiani e francesi. Ha collaborato con la rivista del Mulino «Studi Culturali» e con «PeaceReporter». Attualmente si occupa di giornalismo internazionale e di storia sociale e culturale dello sport.

Journal volume & issue
Vol. 2, no. 2
pp. 1 – 15

Abstract

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La provincia di Ragusa è stata sempre considerata un’area immune dalla mafia. Se per un lungo periodo questo stereotipo corrisponde al vero, le rare analisi storiche mostrano che a partire dagli anni Sessanta anche negli Iblei si diffondono organizzazioni criminali, tanto legate a Cosa Nostra quanto autonome, come la stidda. Pur ricorrendo talvolta alla violenza, la mafia ragusana occupa soprattutto gli spazi della politica e dell’economia legale. La cronaca giudiziaria dimostra che la provincia di Ragusa è ormai interessata da una “mafia dei colletti bianchi”, impegnata specialmente nel riciclaggio di denaro proveniente da traffici illeciti.

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