Between (Jan 2018)

Poetiche del sublime. <i>Il Coro di morti</i> dalle <i>Operette morali</i> a Goffredo Petrassi

  • Giovanni Vito Distefano

DOI
https://doi.org/10.13125/2039-6597/2784
Journal volume & issue
Vol. 7, no. 14

Abstract

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In un autore come Leopardi, incline al serio in misura apparentemente esclusiva e poco votato all’arte drammatica, è tuttavia in un piccolo capolavoro tragicomico che possono individuarsi le prime tracce di una moderna estetica del sublime. L’articolo propone innanzitutto una lettura in chiave metapoetica del Coro di morti, volta ad osservare la salda convergenza che nella scrittura leopardiana lega reciporcamente gli avanzamenti del pensiero – la verità di una condizione umana irresolubilmente e incomprensibilmente priva della felicità – e gli sviluppi attinenti al piano formale e a quello della riflessione filosofico-estetica – con la messa in discussione tanto della classicistica estetica della mimesis, quanto di quella romantica del sentimentale. Infine, nella seconda parte, il paradigma estetico del sublime fornirà i termini entro i quali tracciare una ricostruzione del procedimento adattivo che lega all’originale leopardiano la trasposizione musicale realizzata nel 1941 da Goffredo Petrassi.

Keywords