Studi di Storia Medioevale e di Diplomatica: Nuova Serie (Apr 2025)

Merci usate e oggetti riciclati nel tardo Medioevo: i casi di Firenze e Milano nelle fonti daziarie

  • Alessia Meneghin

DOI
https://doi.org/10.54103/2611-318X/28198

Abstract

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Tramite l’uso di fonti fiscali il saggio analizza le merci e gli oggetti riciclati e usati nel tardo Medioevo. Le due realtà esaminate sono quella fiorentina, con due Stratti di Gabelle, e quella milanese, attraverso l’utilizzo del Liber datii mercantie communis Mediolani, tra la seconda metà del XIV e la prima metà del XV secolo. Entrambe ricche, popolose e caratterizzate da produzioni di diverso genere e qualità, le due città erano tra i più grandi hub economici e commerciali d’Italia e d’Europa. La legislazione di natura fiscale, emanata dal governo della Repubblica fiorentina da un lato e dalla Signoria Viscontea e poi Sforzesca dall’altro, pose molta attenzione alla tassazione di ogni merce in entrata e in uscita dalle porte delle due città e dai rispettivi territori. Tra le merci figuravano anche quelle usate, talvolta veri e propri scarti, come pure quelle riciclate e/o da riciclare. Mentre Milano tassò indifferentemente tutte le merci e gli oggetti, sia usati che nuovi, applicando un dazio di 12 denari per ogni lira di valore, Firenze emanò invece provvedimenti specifici per tassare le cose vecchie e usate in modo differente da quelle nuove, riservando pertanto al mercato dell’usato e al consumo di chi vi faceva ricorso un diverso trattamento economico.

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