ArcHistoR Architettura Storia Restauro: Architecture History Restoration (Nov 2020)

Belchite: from Francoist Symbol to Cultural Heritage. Past, Present and Future of a locality marked by the Spanish Civil War

  • Ascensión Hernández Martínez

DOI
https://doi.org/10.14633/AHR225
Journal volume & issue
Vol. 0, no. 0
pp. 346 – 373

Abstract

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The ruins of Belchite are, together with the Alcázar of Toledo, and the bombing of Guernica, one of the most important symbols of the Francoist dictatorship. This historical Aragonese locality, was the setting of a fierce battle on the Ebro Front, active throughout the Spanish Civil War (1936-39). During August and September 1937, the Republican army, supported by International Brigades besieged and took over the village which was of great strategic importance due to its proximity to the Aragonese capital. A year later, in 1938, the Francoist army recaptured the village. In the aftermath of the war, a law was passed by means of which all localities that suffered the destruction of 75% of their buildings would be “adopted by Franco”. Once the reconstruction started, Franco, following German architect Albert Speer’s theories about the symbolic value of ruins, decided to leave the ruins untouched as a symbol of the victory against the republican army, transferring the population to a new locality built 500 metres away from the former village, and so becoming a paradigm of the new architecture promulgated by Francoism. In the 21st century, on 28th October 2002, the Village of Belchite was listed as a Cultural Heritage Site of Interest, the highest rank of protection in the Spanish legislation. The purpose of this work is to analyse the process of destruction and the rejection of the Old Belchite, the reconstruction of the new village, its symbolic use by the dictatorship and the divulgation and assessment of these two places, a cultural heritage resource and a first class resource for territorial development for the region. Belchite: da simbolo franchista a risorsa patrimoniale. Passato, presente e futuro di una località segnata dalla guerra civile spagnola. Le rovine della città di Belchite sono, insieme all'Alcázar de Toledo e al bombardamento di Guernica, uno dei simboli più importanti della dittatura di Franco. Questa storica città aragonese, fu lo scenario di una feroce battaglia nel quadro del terribile Fronte dell’Ebro attivo durante tutta la Guerra Civile Spagnola (1936-1939). Nell'agosto e settembre del 1937 l'esercito repubblicano, con la partecipazione delle Brigate internazionali, assediò e prese la città, che era un luogo di grande importanza strategica per la sua vicinanza alla capitale aragonese. Un anno dopo, nel 1938, la città fu riconquistata dall'esercito franchista. Con la fine della guerra fu promulgata una legge secondo la quale tutte le popolazioni che avevano subito una distruzione del 75% dei loro edifici sarebbero state "adottate da Franco". Le prime due furono precisamente quelle di Belchite e Teruel, che ricevettero il nome di "Popoli adottati dal Caudillo", con decreto del 7 ottobre 1939. Al cominciare la ricostruzione, Franco, seguendo le teorie del valore simbolico della rovina dell'architetto tedesco Albert Speer, decise di lasciare il villaggio in rovina come simbolo della vittoria contro i repubblicani, spostando la popolazione in una nuova città costruita a 500 metri dal villaggio originale. Questo modo di operare diventerà un paradigma della nuova architettura propugnata dal franchismo. Il 28 ottobre 2002 la Villa di Belchite è stata dichiarata BIC (Bien de interés cultural), la più alta categoria di protezione nella legislazione spagnola, come Conjunto de interés artístico. L'obiettivo di questo lavoro è analizzare il processo di distruzione e abbandono della vecchia Belchite, la ricostruzione della nuova città, il suo uso simbolico da parte della dittatura e la scoperta e la valorizzazione di questi elementi come bene culturale di prim’ordine e importante risorsa per lo sviluppo territoriale della regione.

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