Altre Modernità (May 2013)

Libro Vagabondo: La letteratura di viaggio deve viaggiare nella rete

  • NIcola Bottiglieri

DOI
https://doi.org/10.13130/2035-7680/3002
Journal volume & issue
Vol. 0, no. 9
pp. 192 – 198

Abstract

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Gli antichi reporter viaggiavano a piedi, a cavallo, in carrozza, poi con l’invenzione del motore a scoppio usarono il treno, la nave, l’automobile, infine l’aereo. A ben vedere, ad ogni mezzo di locomozione ha corrisposto una diversa tecnica di scrittura: la penna, il telegrafo, la telescrivente ed oggi, grazie ad Internet, la mail. Domani avremo l’ologramma, quando la figura e le parole del reporter arriveranno insieme a casa del lettore. Al quale racconterà di persona quello che ha visto, anche se il suo corpo è lontano mille miglia dalla casa dove appare. Oggi in Italia non siamo arrivati a tanto, ma ci siamo molto vicini. Infatti, cos’è YouTube che permette di familiarizzare con un luogo prima di conoscerlo e Google Earth che te lo fa vedere dall’alto prima d’arrivarci, come faceva Giove con i guerrieri greci sotto le mura di Troia? A cosa servono Google Maps, il telefonino, Facebook, il GPS, il very chip, ecc. ecc.? Strumenti che permettono di vedere oltre l’orizzonte, di andare lontano portandoti la casa appresso, di non farti perdere nelle strade del mondo, vincere l’angoscia del vuoto, in definitiva essere capaci di trasformare ogni viaggiatore in turista. Oggi con le tecnologie legate alla comunicazione, mentre avanziamo in qualsiasi punto della terra, possiamo sapere tutto quello che sta succedendo alle nostre spalle, a casa nostra. Anzi possiamo essere localizzati in ogni momento, proprio come fa Dio con i suoi figli reietti.