Italian Journal of Agronomy (Feb 2016)

Monitoraggio della biodiversità in relazione all’applicazione degli standard di condizionalità: 4.2c, 4.6, 4.3 (olivo)

  • Claudia Corti,
  • Fausto Barbagli,
  • Lara Bassu,
  • Anna Rita Di Cerbo,
  • Pietro Lo Cascio,
  • Neftalì Sillero,
  • Valeria Nulchis,
  • Filippo Ceccolini,
  • Emanuele Paggetti,
  • Antonio Romano,
  • Paolo Bazzoffi,
  • Marta Biaggini

DOI
https://doi.org/10.4081/ija.2015.749
Journal volume & issue
Vol. 10, no. 1s

Abstract

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Nel presente lavoro vengono riportati i risultati relativi ai monitoraggi della diversità faunistica per i seguenti standard: 4.2c, 4.3 (olivo), 4.6. I risultati ottenuti sono nel complesso interessanti sia dal punto di vista metodologico sia per quanto concerne gli aspetti conservazionistici e gestionali. Emerge l’importanza di utilizzare più indicatori o gruppi tassonomici che comprendano taxa ecologicamente e funzionalmente diversi per valutare la “biodiversità”. Relativamente allo sfalcio è stato osservato che una “blanda gestione” dei ritirati dalla produzione può favorire un certo incremento di biodiversità sia per quanto riguarda gli Artropodi, sia per quanto riguarda i Rettili. Risultati concordi sono stati osservati anche negli oliveti dove la gestione della vegetazione al suolo (sfalcio) sembrerebbe incrementare la diversità. Tuttavia è opportuno ricordare che l’effetto monitorato, almeno nei ritirati dalla produzione, non è quello immediatamente successivo all’azione meccanica che invece provoca danni diretti e immediati alla fauna (ferimento e uccisione). Emerge con evidenza dai dati raccolti anche l’importanza della presenza, all’interno degli agro-ecosistemi, di aree a minor disturbo antropico, naturali e semi-naturali: fasce ecotonali e ripariali, ma anche bordure dei campi. Viceversa l’uniformità del paesaggio e la presenza di grandi estensioni coltivate a monocoltura rappresentano elementi sfavorevoli alla biodiversità animale. Nel monitoraggio attraverso l’utilizzo della tecnica di fototrappolaggio è emersa l’importante funzione svolta dai muretti a secco, “presenze” tipiche e diffuse nel paesaggio agricolo tradizionale del nostro territorio italiano. Per molti taxa animali detti manufatti assolvono a funzioni ecologiche diverse, quali: rifugio, aree di foraggiamento, passaggio o sosta nonché punti ottimali per la termoregolazione.