Giornale di Clinica Nefrologia e Dialisi (Jun 2020)

Il calcolo urinario. Proposta di un nuovo metodo di determinazione: dati preliminari

  • Gianni Cangiano,
  • Grazie Buccino,
  • Annachiara Latte,
  • Marianna Bencivenga,
  • Giovanna Capolongo,
  • Angela Lamanna,
  • Marco Terribile,
  • Claudia Passaretti,
  • Maurizio D'Amora

DOI
https://doi.org/10.33393/gcnd.2020.2151
Journal volume & issue
Vol. 32, no. 1

Abstract

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Introduzione: La visualizzazione soggettiva delle reazioni utilizzate per l’identificazione e la quantificazione delle sostanze presenti nel calcolo urinario presentano notevoli problemi. Metodi: Viene descritta una nuova procedura per la determinazione del calcolo urinario. La rilevazione dei carbonati e le concentrazioni di calcio, fosforo, magnesio, ammonio, acido urico (dosaggi quantitativi su analizzatore COBAS 6000 ditta Roche) ed ossalato e cistina (determinazioni adattate su Viva E ditta Siemens) si inseriscono in un foglio Excel per ottenere i possibili principali calcoli urinari (calcio ossalato, acido urico, urato di ammonio, cistina, struvite, brushite, apatite, carbonato apatite) e più in generale “calcio fosfato”. Le determinazioni di chimica clinica sono simili a quelle utilizzate effettuate per lo studio metabolico sulle urine delle 24h in cui il dosaggio fotometrico della cistina all’acido fosfotungstico, non essendo commercializzato, è stato costruito ed adattato su analizzatore Viva E. Particolarmente utile risulta l’uso del rapido metodo quantitativo al ferro-solfosalicilico, non commercializzato e costruito nel nostro laboratorio, per la determinazione dell’ossalato nel calcolo. Risultati: Il software proposto converte le concentrazioni degli analiti in mmoli/dL e, partendo dalla struvite, definisce successivamente l’eventuale presenza di calcio ossalato, urato di ammonio ed i diversi calcio fosfato, determinati a seconda del rapporto Ca/P. La conversione finale in concentrazione delle diverse componenti presenti nel calcolo, assieme ad un eventuale residuo inorganico, da la presentazione dei dati in percentuale. Conclusioni: I dati ottenuti, specie se riferiti a concrezioni formate da più componenti, evidenziano buoni risultati se confrontati con la tecnica di riferimento FTIR suggerendo una metodica di laboratorio pratica, rapida ed affidabile. A new laboratory procedure is described for the determination of urinary calculus. The detection of carbonates (production of carbon dioxide with the use of concentrated sulfuric acid) and the concentrations of calcium, phosphorus, magnesium, ammonium, uric acid (quantitative dosages carried out on COBAS 6000 analyzer of the Roche company) and oxalate and cystine (determinations adapted by us on the Siemens Viva E instrument) they are inserted in an Excel sheet created by us in order to obtain the main possible urinary calculations (calcium oxalate, uric acid, ammonium urate, cystine, struvite, brushite, apatite, carbonate apatite and more generally "calcium phosphate." The clinical chemistry determinations are similar to those used for the metabolic study carried out on the urine of 24 hours in which the photometric dosage of cystine with phosphotungstic acid, not being marketed, was built by us and adapted on Viva E analyzer. The use of the rapid quantitative method, with non-commercial sulfosalicylic acid, is particularly useful zato and then built in our laboratory, for the determination of oxalate in the calculation. The software proposed by us converts all the concentrations of the above mentioned analytes to mmoles / dL and, starting from struvite (molecular ratios: 1P - 1Mg - 1NH4), the possible presence of calcium oxalate is subsequently defined (molecular ratios: 1Ca - 1Ox ), that of ammonium urate and the different calcium phosphate (brushite, apatite / carbonate apatite and "calcium phosphate"), the latter determined according to the Ca / P ratio (brushite: <1.155; 1.155≥ "calcium phosphate" <1 , 45; apatite ≥1.45). The final conversion into concentration of the various components present in the calculation, together with any inorganic residue, determines the presentation of the data as a percentage. The data obtained, especially if referring to concretions formed by several components, show good results when compared with the FTIR reference technique.

Keywords