M@GM@ (Dec 2011)
Casa: banalità… oppure paesaggio
Abstract
Chi scrive questo articolo ricorda che nella sua vita professionale si è sempre imbattuto in questo problema, quello della casa appunto. Si è arrovellato con una serie di domande: come fare a trovare casa agli ospiti di un manicomio? Come fare a trovare casa agli ospiti – si fa per dire – del dormitorio pubblico? Come fare a trovare casa per chi si separa e non ce l’ha più? come fare a trovare casa per chi scappa da paesi in guerra o oltremodo poveri? Come trasformare il come in cosa fare e dunque con quali risorse. Tutte domande che anni fa trovavano la distanza abissale dalle attenzioni delle pubbliche assistenze. (...) Per me, per noi la casa era (ed è) il primo mediatore positivo del bisogno ontologico della protezione o sicurezza. Dove si riproduce il sé. (...) La casa, anche quando diventa mediatore dei soggetti “poveri”, entra nella paesaggistica di una città, di un territorio e diventa momento centralissimo del paesaggio dei sé.