Studi di Storia Medioevale e di Diplomatica: Nuova Serie (Dec 2022)

La Chiesa lombarda alla fine del Medioevo: poteri, istituzioni, rapporti sociali e cultura religiosa

  • Massimo Della Misericordia

DOI
https://doi.org/10.17464/9788891932792_11
Journal volume & issue
no. 6

Abstract

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L’articolo si propone di raccordare i contenuti dell’ultima raccolta di saggi di Giorgio Chittolini, La Chiesa lombarda. Ricerche sulla storia ecclesiastica dell’Italia padana (secoli XIV-XVI) (2021), alle linee fondamentali delle ricerche promosse dall’autore nel corso dei decenni passati e che hanno visto attivo un nutrito gruppo di studiose e studiosi. Un’estesa campagna di studi, infatti, si è impegnata a caratterizzare in modo specifico la fase tardo-medievale della storia della Chiesa italiana, senza appiattirla sugli esiti della Controriforma, o della mancata Riforma, e soprattutto rinunciando all’abusata categoria del declino. Si sono quindi approfonditi i funzionamenti propri delle istituzioni ecclesiastiche e la vicinanza che in questo periodo si è stabilita fra la Chiesa, i principati italiani e le posizioni dell’eminenza sociale. Le carriere degli ecclesiastici, studiate con approccio prosopografico, l’attività delle curie diocesane – con aperture sui temi dei sistemi di scrittura e della mediazione giudiziaria dei conflitti –, le istituzioni territoriali della chiesa sono stati alcuni dei campi di questa ricerca. Per la Lombardia si è così delineato un quadro policentrico – in grado di intervenire a vario titolo sulle ricchezze e le cariche della Chiesa erano la curia romana, l’autorità ducale, la corte, le élites della capitale, delle città e dei borghi –, che si è ulteriormente articolato grazie all’attenzione dedicata alla capacità anche delle realtà minori di costruire la propria identità mobilitandosi per la costituzione e il buon andamento della parrocchia. Più recentemente lo sguardo si è allargato alla cultura religiosa, non solo delle élites, in cui larga parte aveva un’esperienza del sovrannaturale fondata sull’efficacia sacramentale, ma in cui non sono mancati anche più intensi impulsi devozionali. Da questa prospettiva, è stato possibile approfondire il modo in cui, al di là degli stereotipi e delle carenze già avvertite dai contemporanei – le incertezze istituzionali, l’accaparramento laicale dei beni e dei diritti degli enti, l’impreparazione del basso clero secolare e la caduta degli ideali monastici, la tiepidezza dei fedeli e così via –, questo mondo ecclesiastico era capace di rispondere ad una peculiare domanda di sacro.

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