Between (Jan 2020)

Le disavventure della virt&ugrave;: Griselda e l&rsquo;enigma della mansuetudine (<em>Decameron</em>, X 10)

  • Carmelo Tramontana

DOI
https://doi.org/10.13125/2039-6597/3756
Journal volume & issue
Vol. 9, no. 18

Abstract

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La novella finale del Decameron presenta il caso di Griselda, pastora di umili origini che, presa in sposa dal marchese di Saluzzo Gualtieri, subisce da questi una lunga serie di vessazioni che vorrebbero saggiare le virtù della donna. Le prove di Gualtieri sono costruite attraverso una complessa e imponente macchinazione di cui la menzogna è l'ingrediente fondamentale. Se appare ovvio che Griselda sia allegoria della virtù, meno scontato è che il discorso sulla virtù sia costruito da Boccaccio in maniera originale e inaspettata. Analizzando la novella e i suoi echi aristotelici, tomistici, biblici, appare alla fine chiaro che la virtù di Griselda è la mansuetudine, una forma di resistenza attiva alla violenza bestiale del marito, non priva di coraggio e sottigliezza. L'articolo si prefigge di ricostruire il personaggio Griselda come discorso sulla virtù generato dalla dialettica menzogna-verità.

Keywords