Quaderns d'Italià (Nov 1998)

Il lessico di frequenza dell'italiano parlato e la didattica dell'italiano

  • Emilio D'Agostino

DOI
https://doi.org/10.5565/rev/qdi.402
Journal volume & issue
Vol. 3

Abstract

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L'evoluzione storico-linguistica della collettività italiana è stata ben descritta, nelle sue linee generali e nei suoi meccanismi fondamentali. I processi di unificazione e omogeneizzazione linguistici dell'Italia si sono andati rafforzando negli ultimi decenni e i dati sulla diffusione dell'italofonia e il regresso della dialettofonia esclusiva lo confermano. De Mauro, a tale riguardo, ha avuto più volte modo di sostenere come oggi, nella collettività italiana, circa il 34% della popolazione parli esclusivamente italiano, il 23% parli abitualmente soltanto uno dei dialetti, mentre la maggioranza parla e, soprattutto, scrive italiano e, allo stesso tempo, parla un dialetto. Le indicazioni provenienti dalla maggior parte della letteratura sociolinguistica sottolineano la tendenza (almeno) al consolidamento di un nuovo standard dell'italiano2 nel quale si affermano nuovi tratti, mentre altri scompaiono. In particolare, nell'uso scritto si sarebbero andate consolidando caratteristiche in origine proprie del parlato. La pubblicazione del Lessico di Frequenza dell'Italiano Parlato3 (LIP) offre uno strumento di documentazione e di indagine assai stimolante, da un lato, per poter seguire, dati sperimentali alla mano, i processi cui abbiamo accennato e, dall'altro, per poter meglio approfondire le conoscenze sullo statuto della lingua parlata. Il nostro contributo in questa sede rappresenta un tentativo — a dire il vero più che sintetico — di richiamare l’attenzione della pedagogia linguistica su alcuni meccanismi dell’italiano contemporaneo, così come è possibile definirli o ridefinirli alla luce delle indicazione del corpus del LIP e delle problematiche a questo collegate.

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