Dante e l'Arte (Nov 2014)
Dante e il genere drammatico
Abstract
Riassunto Il contributo non intende proporre una soluzione alternativa a quelle comunemente praticate – per alcuni di ragione stilistica, per altri di riferimento all’allegoresi che si appoggia alla scelta del genere comico – per la scelta del titolo di Commedia per il poema dantesco (da alcuni, e anche recentemente, messo esso stesso in discussione). Si vuole proporre di aggiungere ad esse, alla parzialità della prima e alla risolutività dell’altra, una prospettiva intermedia, non a caso precisamente considerata da Boccaccio nell’accessus offerto dalle sue Esposizioni, in un passo assolutamente trascurato dalla critica. Un passo apparentemente oscuro e in realtà chiarissimo se ricondotto alla tradizione – di assoluta continuità nei secoli, nell’età tardoantica e nel medioevo e molto oltre – della teoria platonica delle “forme di dizione”, che distingue mimetico, diegetico e misto. Cosa il medioevo intendesse per genus dragmaticum o “comico”, in senso modale e non stilistico (anche se la critica normalmente li confonde) è oggetto del presente contributo. The paper doesn’t intend to propose an alternative to the usual practice –namely, for some, stylistic reason, for others, an allegoresis that relies on the choice of comic genre– regarding the choice of the title Comedy of Dante's poem (recently, a term put itself into question). The purpose is to add to them, to partiality in the first case and to decisiveness in the other, an intermediate perspective. Not surprisingly, this is what Boccaccio precisely considered in the accessus offered by its Esposizioni, in a move completely overlooked by critics. A seemingly obscure move but also really clear if brought back to tradition –a tradition of absolute continuity over the centuries, the age of the late ancient and the Middle Ages, and far beyond– of the Platonic theory of the “forms of diction”, that distinguishes mimetico, diegetico and misto. What the Middle Ages meant by genus dragmaticum or “comic”, in the modal and stylistic sense (even if the criticism usually confuses them) is the subject of this paper.
Keywords