Giornale di Clinica Nefrologia e Dialisi (Jan 2018)

“Lock therapy”: da utopia a realtà

  • S. Mandolfo

DOI
https://doi.org/10.33393/gcnd.2012.1134
Journal volume & issue
Vol. 24, no. 2

Abstract

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Negli ultimi anni la presenza di cateteri venosi centrali permanenti (CVCp), quale accesso vascolare per l'emodialisi, rappresenta un'evenienza sempre più comune. Il problema principale del CVCp è rappresentato dal biofilm che a sua volta determina un aumento di rischio d'infezione e di trombosi. Recentemente è stata posta particolare attenzione alla soluzione di chiusura “lock” del CVCp. L'eparina andrebbe abbandonata poiché induce più rapidamente lo sviluppo di biofilm ed espone il paziente a rischio di sanguinamento dovuto all'overspil-ling. La soluzione citrato (3.8%) determina attualmente il migliore rapporto rischio/beneficio sul funzionamento del CVC, ma non offre vantaggi sulla riduzione delle infezioni. Le soluzioni con citrato ipertonico (46.7%) e con antibiotico (AML) andrebbero riservate solo su pazienti con elevata incidenza di episodi d'infezione e nei quali non è possibile una sostituzione del CVCp. Le AML andrebbero usate per periodi brevi per il rischio di sviluppo di resistenze. Per l'etanolo è necessario attendere l'esito di importanti trial. Nella corretta gestione del CVC, qualunque “lock” sia utilizzato, va sempre ricordato il continuo addestramento del personale e l'applicazione delle misure igieniche universali.

Keywords