Vox Patrum (Mar 2023)

L’esegesi di Cant 1,5-6 e il tema dell’epektasis in Gregorio di Nissa, con specifico riferimento al ruolo della grazia e del libero arbitrio

  • Paola Marone

DOI
https://doi.org/10.31743/vp.14468
Journal volume & issue
Vol. 85
pp. 55 – 72

Abstract

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Come giustamente ha rilevato Moreschini (Gregorio di Nissa, Omelie sul Cantico dei Cantici, a cura di C. Moreschini, Roma 1996, Intr. p. 9), tutto il complesso delle Homiliae in Canticum Canticorum di Gregorio «è costruito sullo schema dell’epektasis» e non è esagerato affermare che «esse vogliono rappresentare una serie di esperienze successive dell’anima la quale, dopo avere avuto un contatto, sia pure parziale, con lo sposo divino, approfondisce sempre di più il suo rapporto spirituale con lui». Ma soprattutto a proposito dell'esegesi di Cant. 1, 5-6 (Sono nera e bella, o figlie di Gerusalemme, come le tende di Kedar, come le pelli di Salomone. Non guardatemi perché sono stata fatta nera, se il sole mi guardò di traverso...) l’epéktasis è inserita in un contesto di ampio respiro e assume un significato compiuto in una prospettiva soteriologica. Dunque, con il nostro intervento, si vuole portare l’attenzione specificatamente sulle Homiliae 2 e 4 che sono dedicate all’interpretazione di Cant. 1, 5-6 e si vogliono mettere a fuoco le varie argomentazioni con le quali il Nisseno, ormai alla fine della vita, attribuì il progresso spirituale dell’anima all’azione salvifica di Dio, in linea con quanto aveva sostenuto molti anni prima nel De virginitate 12,2 («non è opera nostra… divenire simili alla Divinità, ma è il risultato della munificenza di Dio, che fin dalla sua prima origine ha fatto grazia della somiglianza con Lui alla nostra natura»).

Keywords