Italiano LinguaDue (Jun 2023)
«OGNI FIORENTINO, È DI DIRITTO, SCRITTORE»: STUDIO LINGUISTICO DELLA PRIMA OPERA NARRATIVA DI CARLO COLLODI
Abstract
Se gli studi collodiani hanno spesso guardato a Un romanzo in vapore (1856), primo esperimento narrativo del giovane Lorenzini, dal punto di vista per lo più strutturale e narratologico, il presente contributo studia l’opera dal punto di vista linguistico, considerandola alla stregua di un documento linguistico inedito. La mutata prospettiva permette di descrivere la prima lingua dell’autore e conseguentemente di individuare che cosa la distanzia o la avvicina alla lingua delle opere successive, con le quali spesso è stato necessario instaurare un confronto aperto. Il risultato dell’indagine mostra come la lingua del giovane Collodi si offra composita e ben si attagli alla stratificazione strutturale dell’opera: accanto ai moduli giornalistici, vivi e ancora lungi dall’essere abbandonati, all’umorismo frizzante e all’indomito espressionismo verbale, si nota un tentativo di irrigidimento linguistico sulla scorta della tradizione letteraria, al quale si affianca quel senso spontaneo e rincuorante della lingua che l’autore mostrerà meglio nelle opere successive. Si scopre, insomma, il primo Collodi, immortalato, linguisticamente e narrativamente, in un’opera che è, a tutti gli effetti, transitoria. “Every Florentine is, by right, a writer”: a linguistic study of Carlo Collodi’s first narrative work Un romanzo in vapore (1856), a young Lorenzini’s first narrative experiment, has primarily been analyzed in Collodian studies from a structural and narratological point of view. The present contribution focuses on this work from a linguistic point of view, considering it as an unpublished linguistic document. The adoption of this different viewpoint allows to describe the author’s early language and, by explicitly comparing it with the language of later works, to pinpoint its differences and similarities. The findings of this analysis show that the language of the early Collodi is composite and well suited to the structural stratification of his work. Alongside the journalistic modules (still present and far from being abandoned), witty humor, and an indomitable verbal expressionism, linguistic choices closer to the literary tradition can be observed, as well as a spontaneous and natural linguistic sense, which will be even more evident in the author’s later works. The early Collodi is, therefore, preserved in a work that is transitional in all ways, both grammatically and narratively.