Between (May 2022)

Una archeologia della teoria dell’ostran(n)enie

  • Annie Van den Oever

DOI
https://doi.org/10.13125/2039-6597/5068
Journal volume & issue
Vol. 12, no. 23

Abstract

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Il manifesto del formalismo russo “L’arte come procedimento” di Viktor Šklovskij ruota attorno al neologismo ostranenie, tradotto in italiano come straniamento. Il saggio costituisce una preziosa testimonianza dell’influenza culturale del cinema delle origini in Russia, per riprendere il titolo inglese del celebre studio di Yuri Tsivian. Due fenomeni coevi, oltre alla progressiva affermazione del cinema, suggerirono a Šklovskij l’idea dell’ostranenie: la diffusione delle tecniche dei primi film shows (anche detti spettacoli o programmi cinematografici) tramite le quali le potenzialità espressive del cinematografo dei fratelli Lumière furono dispiegate per rendere figure umane e oggetti strani; e le performance sperimentali dei futuristi russi, i quali rifacendosi essi stessi ai film shows ne esplorarono le possibilità poetiche con l’obiettivo di creare qualcosa di altrettanto strano. Il presente saggio intende offrire una ricognizione de “L’arte come procedimento” in quanto “teoria dell’ostrannenie” emersa più o meno direttamente dal dialogo con la celebrazione avanguardistica della “stranezza” dei primi film shows. A questo scopo esso introduce alcuni frammenti di un’archeologia culturale del nuovo medium, il cinema, e dei suoi effetti innovativi e stranianti.

Keywords