And (Dec 2022)
Sfilate e trasformazioni urbane
Abstract
Il sistema moda ha bisogno della città, la usa in tutte le sue sfaccettature e in tutte le sue scale dimensionali, dal pubblico al privato. Si scelgono luoghi esistenti, oppure se ne realizzano di nuovi: spazi capaci di veicolare al meglio il pensiero che sottende la moda, come essa viene prodotta e venduta ma anche, e soprattutto, vissuta, desiderata, esposta e, in fine, acquistata. Le città non più intese come “mosaico di episodi, ognuno con una sua particolare durata di vita” ma come sistema di interazioni tra funzioni e scale diverse di progetto. La città e il progetto architettonico (sia esso di breve durata o di lungo periodo) diventano “strumento” di autoaffermazione per un marchio, piuttosto che un altro. La moda si fa, quindi, motore di sviluppo urbano e territoriale, capace di costruire diverse traiettorie ed esperienze progettuali e crea inedite sinergie tra l’effimero (insito nei continui cambiamenti della moda) e il tempo lungo (sia di progetto sia di permanenza) dell’architettura. La moda intesa sempre più come “fatto sociale” che riesce ridisegnare e definire lo sviluppo di determinate zone urbane, di intere aree geografiche, grazie allo sviluppo di insediamenti produttivi, commerciali, culturali, formativi, creativi e non ultimi legati al sistema comunicativo delle sfilate. In questo senso, la creazione di spazi a servizio della messa in scena della moda, contribuisce anche allo sviluppo di aree, territori e città, periferiche e non. L’articolo, intende indagare, attraverso la presentazione di alcuni casi studio, come il sistema effimero delle sfilate abbia contribuito, e contribuisca allo sviluppo urbano e territoriale e sia capace di definire nuovi percorsi e nuove connessioni, creative, economiche, comunicative, architettoniche e anche sociali.