Giornale di Clinica Nefrologia e Dialisi (Jan 2018)

Bio-marcatori e malattia cardio-renale: significato clinico e prognostico

  • L. Di Lullo,
  • F. Floccari,
  • R. Rivera,
  • V. Barbera,
  • R. Faiola,
  • C. Feliziani,
  • A. Granata,
  • A. De Pascalis,
  • F. Logias,
  • F. Fiorini,
  • M. Timio,
  • M. Malaguti,
  • A. Santoboni

DOI
https://doi.org/10.33393/gcnd.2012.1177
Journal volume & issue
Vol. 24, no. 4

Abstract

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La sindrome cardio-renale (SCR) è una sindrome clinica ben nota, che descrive tanto gli effetti negativi dell'insufficienza renale sull'equilibrio cardio-circolatorio quanto quelli dell'insufficienza cardiaca sulla funzione renale. Molti autori hanno studiato l'utilità di marcatori sierologici ai fini dell'identificazione e del monitoraggio ambulatoriale delle varie forme di questa sindrome. L'analisi dei livelli sierici dei peptidi natriuretici è, al momento, quella maggiormente utilizzata, in quanto essi stessi non sono solo direttamente associati alla gravità delhinsufficienza cardiaca, ma anche capaci di rilevare precocemente la disfunzione renale, certamente prima che sia possible osservare un incremento nei livelli sierici di creatinina. NGAL, cistatina C, NAG, KIM-1 e IL-18 rappresentano interessanti biomarcatori per la diagnosi precoce di danno renale acuto (AKI), e quindi per la diagnosi precoce delle forme renocardiache acute, mentre il loro utilizzo in altre forme di SCR non appare codificato. Al contrario, la valutazione di KIM-1 e IL-18 sembra più utile per cercare una diagnostica differenziale tra forme diverse di insufficienza renale acuta. (Cardionephrology)

Keywords