lo Squaderno (Jun 2011)

Etica ed estetica del paesaggio suburbano

  • Fabrizia Forte

Journal volume & issue
Vol. 6, no. 20
pp. 67 – 70

Abstract

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Quale senso dare al giardino nei territori in continua trasformazione che caratterizzano la città del XXI secolo? È la domanda da porsi nel momento in cui si opera sul territorio affrontando tematiche che attengono al rapporto tra progettazione del paesaggio e pianificazione urbanistica. Consapevolezza ormai diffusa è che il giardino abbia superato la definizione di spazio decorativo connotato da essenze vegetali, assumendo un ruolo nuovo nello scenario della realtà urbana. Esso infatti agisce da connettivo, conforma dei vuoti, offre la possibilità di riavvicinare l’uomo alla natura, natura che testimonia lo scorrere del tempo attraverso ritmi lenti, dilatati, lontani dalla frenesia del vivere quotidiano. Come afferma il paesaggista svizzero Dieter Kienast: “lo sviluppo urbano lascia posto – negli spazi aperti della città, nei suoi parchi e terreni incolti e inselvatichiti – all’esperienza della lentezza. Lentezza della crescita delle piante, ma anche lentezza d’uso, di materiali… verso una percezione affinata della città”1. “Il giardino – commenta Lambertini – diventa allora metafora di una vivibilità urbana possibile, di uno scorrere di un tempo sensibile, dilatato nel quotidiano, oltre che promessa di qualità del paesaggio urbano”.

Keywords