Fuori Luogo (Sep 2022)

Prospettive di genere nel contrasto e prevenzione della radicalizzazione e dell’estremismo violento in Europa

  • Valeria Rosato

DOI
https://doi.org/10.6093/2723-9608/8679
Journal volume & issue
Vol. 11, no. 1

Abstract

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All’interno del quadro generale delle politiche di lotta alla radicalizzazione, la società civile è sempre più percepita come uno dei partner principali nello sviluppo e nell’implementazione delle strategie di contrasto e prevenzione. Secondo la Commissione Europea per affrontare efficacemente l’estremismo violento è necessario adottare un approccio che metta al centro i soggetti vulnerabili attraverso una stretta collaborazione con le comunità locali e, in particolare, con gli attori della società civile.All’interno di tale approccio le famiglie sono state identificate come un obiettivo prioritario per la prevenzione, sia da parte dei politici che dei professionisti nel settore della PVE/CVE (Preventing and Countering Violent Extremism). Ciò perché il processo di radicalizzazione di un individuo coinvolge inevitabilmente anche la famiglia, la cerchia degli amici, la comunità e la società più ampia. Inoltre, all’interno della famiglia, un ruolo cruciale viene assegnato alla donna, in quanto madre, sia per la capacità/possibilità di intercettare i segni di radicalizzazione, sia in quanto mediatore all’interno della famiglia e della comunità.L’obiettivo del presente paper è quello di analizzare come i paesi europei hanno inserito nei loro programmi di contrasto e prevenzione all’estremismo violento un approccio di genere facendo emergere eventuali criticità e/o punti di forza.Dall’analisi dei recenti studi è evidente come inizino ad emergere le numerose contraddizioni insite in questi programmi di PVE/CVE, in particolare si sottolinea come la donna venga strumentalizzata e come si alimenti paradossalmente un processo di stereotipizzazione di genere. Il rischio, infatti, è che il ruolo della donna sia identificato e limitato a quello di membro della famiglia (come madre, moglie, sorella) e che queste misure di contrasto all’estremismo violento organizzate su una logica ‘maternalistica’ impattino negativamente, non solo sull’efficacia del contrasto alla radicalizzazione ma anche sui reali processi di empowerment femminile e, più in generale, sui diritti delle donne.

Keywords