Italies (Dec 2002)

Massimo d’Azeglio e il secondo proclama di Moncalieri

  • Luigi Polo Friz

DOI
https://doi.org/10.4000/italies.1543
Journal volume & issue
Vol. 6
pp. 43 – 58

Abstract

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Per tutti coloro che desideravano cacciare lo straniero dalla penisola, il 1849 fu l’anno più difficile dell’800 italiano. Il 23 marzo l’esercito piemontese subì una grave sconfitta a Novara. Nel giovane Parlamento di Torino le trattative di pace con l’Austria suscitarono vivaci proteste dell’ala democratica, che in quel momento deteneva la maggioranza e che non si rese conto quanto il suo atteggiamento ponesse in pericolo le aperture della Corona alle istanze del Paese. Per superare la situazione di stallo, per ben due volte Vittorio Emanuele II sciolse la camera dei deputati, sperando in un capovolgimento dei rapporti di forza. Presidente del Consiglio era Massimo d’Azeglio, di discendenza nobile, ma che aveva alle spalle un curriculum alquanto inusuale : pittore, romanziere, storico ed infine uomo politico. Fu lui a redarre i due manifesti detti di Moncalieri che in luglio e in dicembre annunciarono lo scioglimento della Camera e le elezioni. Ma fu anche lui a gestire tutta la vicenda, a supporto di un giovane re. Si dimostrò uomo di grande buonsenso e di grande coraggio, poco amante degli schieramenti, che nel secondo tentativo riuscì a vincere la sua battaglia, convincendo gli elettori ad andare alle urne ed usando ogni mezzo a sua disposizione. Rimase in carica fino al 1852, assumendo iniziative fondamentali per il progresso del Piemonte. Spianò così la strada, senza grandi rimpianti, al suo grande successore, Camillo Cavour.

Keywords