Between (Nov 2022)

Iperrealtà e simulacri nel <em>Faust</em> di Goethe

  • Francesco Rossi

DOI
https://doi.org/10.13125/2039-6597/5141
Journal volume & issue
Vol. 12, no. 24

Abstract

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Nessun testo richiede di essere interpretato in modo così continuo come il Faust di Goethe. Riconsiderata in relazione alla progressiva virtualizzazione dell'esperienza tipica della nostra epoca, la doppia tragedia goethiana interessa noi, il suo pubblico del XXI secolo, per l'attraversamento dei confini tra il reale e il virtuale. Ciò consente un'interpretazione del testo sulla falsariga della filosofia del simulacro di Baudrillard, integrata da ulteriori spunti teorici. La virtualità e il simulacro sono quindi da considerarsi parti di uno stesso campo tematico che attraversa l’opera. Strettamente collegata a esso è la mediatizzazione dell'esperienza, attraverso la quale il soggetto diventa una presenza ibrida, disincarnata, decontestualizzata e non situata, fluttuante entro una serie di iperrealtà. La presente ipotesi interpretativa si concentra su questo aspetto, che è strettamente legato alla questione del simulacro e del suo rapporto con il postumano, e in particolare sulle figure di Homunculus e Elena, attraverso cui giunge a evidenza il lato fantasmagorico del Faust. Mentre nel primo caso la simulazione dell'umano in vitro è associata a una forma ridotta di vita che privilegia la mente sul corpo, nel secondo la questione si sposta sulla relazione tra il maschile e l'eterno femminino. I due personaggi ci invitano dunque a riflettere sull’esperienza disincarnata, così come sulle valenze estetiche e poetiche del simulacro nel dramma goethiano e al di là di esso.

Keywords