Festival dell'Architettura Magazine (Nov 2019)
Luigi Vietti e la scena architettonica ligure degli anni Trenta
Abstract
Luigi Vietti si iscrive all’ordine degli architetti di Genova nel 1929, città in cui sarà chiamato a dirigere l’Ufficio distaccato della Soprintendenza di Torino per i monumenti della Liguria. È un’epoca di trasformazioni che investono la città, primo porto d’Italia e vertice dell’area nazionale di massima industrializzazione. Per un’intera generazione di architetti l’espansione della città di Genova, in particolare quella che si sviluppa a levante a partire dalla foce del torrente Bisagno, costituisce un’occasione di prova portando quest’area un vero parco del moderno. Ampia per varietà di firme e di programmi funzionali, l’architettura prodotta negli anni ‘30 e ‘40 nella zona della Foce ha subito un’indagine volta a definire i caratteri articolati di una scena professionale che si trovava ad agire in un territorio complesso e in via di continua definizione morfologica. Resta da mettere a fuoco, e perfino da censire in alcuni casi, il contributo al moderno dato da un significativo repertorio di architetture minori sorte nella fascia costiera a levante della piana, nelle zone di Albaro, Sturla, Quarto, Quinto e, all’estremo confine cittadino, Nervi.
Keywords