Critical Hermeneutics (May 2021)

Editoriale

  • Giuseppe Martini,
  • Ignacio Iglesias Colillas

DOI
https://doi.org/10.13125/CH/4655
Journal volume & issue
Vol. 4, no. 2

Abstract

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Un inquadramento generale del rapporto tra psicoanalisi ed ermeneutica. Vorremmo aprire questa introduzione confessando un’ambizione di partenza che ora vediamo con occhio più critico. L’idea che ha sollecitato inizialmente la costruzione di questo numero di Critical Hermeneutics era di ripensare in forma sistematica il rapporto tra queste due discipline che si sono costantemente ma ambivalentemente attratte, forse sin dalla nascita della più giovane, la psicoanalisi. Ci siamo però resi conto che l’obiettivo di un bilancio sistematico del rapporto tra ermeneutica e psicoanalisi non è ancora percorribile. Troppe sono le direzioni che possono essere impresse alla riflessione. I lavori che sono giunti – e che nel prossimo paragrafo introdurremo brevemente – testimoniano proprio questa polifonia di voci, talora dissonante, ma fertile e innovativa. Infatti, muovendosi in così diverse direzioni – dalla clinica all’arte, dalla storiografia alla fenomenologia, dall’etica all’analisi del testo – il quadro che ne esce contribuisce a un allargamento di prospettive, ma suggerisce anche l’epoché di ogni eventuale pretesa di sintesi. Rimane tuttavia legittimo tornare a interrogarsi su quali siano i presupposti fondamentali che legittimano e rendono necessario, oggi più di ieri, questo incontro. Torna allora in mente quanto ebbe a dire Hans-Georg Gadamer (1993) nel corso di un congresso di psichiatria a proposito del suo rapporto con l’ermeneutica: sebbene ambedue le discipline siano votate alla comprensione, non è tanto questo che le contraddistingue, bensì il comune interesse per quanto sfugge alla comprensione stessa.