Journal of Educational, Cultural and Psychological Studies (Jun 2018)

Per un nuovo dibattito in campo educativo

  • AA. VV.

DOI
https://doi.org/10.7358/ecps-2018-017-diba
Journal volume & issue
Vol. 0, no. 17
pp. 251 – 258

Abstract

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I presupposti sui quali si è fondata per molti secoli la formazione delle nuove generazioni nei diversi Paesi sono mutati considerevolmente negli ultimi decenni, così come d’altro canto sono cambiati radicalmente allievi e contesti storici di riferimento. Le concause sono assai numerose, ma una delle più importanti è rintracciabile nella recente accelerazione del cambiamento a livello mondiale delle modalità organizzative dei sistemi economici, culturali, scientifici e tecnologici in una relazione reciproca così stretta da rendere gli effetti concause a loro volta del mutamento stesso. Un cambiamento, questo, che a ben vedere presupporrebbe e comporterebbe un impegno del tutto nuovo verso orizzonti della ricerca educativa, soprattutto internazionale, che permettano di comprendere e promuovere meglio il nuovo e in qualche modo di orientare più consapevolmente, ai differenti livelli di responsabilità, le scelte per cercare di garantire un futuro civile e democratico anche attraverso una più diffusa conoscenza critica tra i cittadini. Di fatto, come si sa, le stagioni più feconde della riflessione, della ricerca e dell’azione educativa coincidono spesso, storicamente, in particolare nel mondo occidentale, con i periodi che accompagnano e seguono grandi processi rivoluzionari. Ogni rivoluzione, proprio in quanto cambiamento radicale, repentino e significativo dell’assetto organizzativo di tutta o di una parte dell’ambito entro cui essa si inscrive, e perciò della società, produce nuove visioni del mondo che hanno un peso non trascurabile nei progetti di formazione delle nuove generazioni e nell’orientamento della stessa ricerca educativa. Anche la rivoluzione informatica e telematica degli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso con la conseguente globalizzazione dei mercati e, ora, quella legata alla robotica hanno prodotto, e quasi certamente produrranno uno stravolgimento degli assetti scolastico-formativi di quasi tutti i Paesi e i cui effetti sono peraltro ancora poco prevedibili soprattutto sul piano socio-culturale, produttivo e democratico. Ma, ancora, stentano ad emergere ampie ipotesi praticabili di nuovi progetti educativi accreditabili tanto sulla base degli esiti procedurali di indagini che in una dimensione pluridisciplinare siano state capaci di affrontare i complessi problemi di istruzione e formazione, quanto sulla base dei risultati di ricognizioni della situazione dei sistemi educativi e dei contesti che permettano di assumere decisioni politiche fondate su una conoscenza affidabile della realtà sulla quale si vuole operare. Nel nostro Paese la complessità di questi problemi è, se possibile, ulteriormente aggravata dagli stravolgimenti continui compiuti: ricominciare sempre daccapo, con l’avvicendarsi delle compagini governative, a cambiare il sistema educativo, di istruzione e formazione senza mai riuscire a portare a termine compiutamente l’opera avviata, producendo così effetti negativi più di quanti ogni volta si pensa e si fa credere di voler e poter risolvere. Ora, l’occasione per discutere e approfondire queste questioni e le tante che in qualche modo vi si connettono è data dalla elaborazione da parte del direttivo della Società Italiana di Ricerca Didattica (SIRD) e delle principali Associazioni professionali degli insegnanti (AIMC, CIDI FNISM, MCE e UCIIM), di un documento di analisi critico-propositiva dei principali problemi educativi del nostro Paese. Il documento viene pubblicato di comune accordo da questo Journal e dal Giornale Italiano della Ricerca Educativa della SIRD, con l’intento di facilitare la partecipazione al dibattito culturale che si vuole avviare.