Lexicon Philosophicum (Aug 2024)
Simulacri dell'eternità. Forme della conoscenza del divino in Giordano Bruno
Abstract
L’articolo vuole mettere in luce le implicazioni metafisiche, gnoseologiche e pratiche di alcuni termini utilizzati da Bruno nelle opere magiche e mnemotecniche, mostrandone le analogie con i Dialoghi italiani. Nello Spaccio de la bestia trionfante e nella Cabala del cavallo pegaseo, in particolare, la ricerca del primo e vero bene passa attraverso l’elevazione morale del genere umano, da una condizione semiferina ad una di ‘civile conversazione’, grazie all’uso accorto delle arti della Dissimulazione e all’intervento soprannaturale di alcune divinità, alle cui personificazioni Bruno associa una funzione euristica, oltre che una specifica collocazione nell’arte della memoria. Grazie all’uso sapiente della costellazione di immagini e di ‘statue interiori’ che popolano la mente dell’eroe in cerca del divino, è possibile innalzare lo sguardo della conoscenza dalla realtà sensibile al mondo sovrasensibile, fino a raggiungere il primo principio di tutto, come mostrano alcuni passi del De vinculis in genere e del De imaginum, signorum et idearum compositione. Il primo principio, che Bruno denomina anche ‘superessenziale’, rappresenta il culmine dell’elevazione spirituale, e, allo stesso tempo, una prefigurazione dell’Assoluto hegelianamente inteso.