Scienza & Politica (Jul 2013)

Il tutto e le parti. Categorie e soggetti della conflittualità politica nell’antichità

  • Furio Ferraresi

DOI
https://doi.org/10.6092/issn.1825-9618/3843
Journal volume & issue
Vol. 24, no. 47

Abstract

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Il saggio esamina il modo in cui nell’Antichità classica è stato pensato il conflitto politico a partire dalla riflessione su “fazioni” e “partiti”. L’analisi prende le mosse da Omero ed Esiodo, per i quali la Giustizia è lo strumento con cui dal caos originario si passa al cosmo ordinato. Si concentra quindi sulla nascita della polis come fattore di mediazione del conflitto fra le “parti” sociali, affrontando il pensiero di Tucidide, Platone e Aristotele, che condividono la stessa critica nei confronti di “parti” interpretate come “fazioni” distruttive dell’ordine politico. Polibio, invece, valorizza le “parti” come elementi costitutivi del “tutto” politico, mentre per Sallustio le “fazioni” sono la causa della decadenza della Repubblica romana. Anche Cicerone rifiuta le “fazioni” in quanto distruttive della “concordia” dello Stato, mentre con l’Impero viene superato l’orizzonte particolaristico delle poleis; sarà Tacito, infine, a riflettere sulla contraddizione di un potere particolare che si legittima come universale.

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