Carte Romanze (Dec 2018)

Prime osservazioni su «Ars dictaminis», cultura volgare e distribuzione sociale dei saperi nella Toscana medievale.

  • Antonio Montefusco,
  • Sara Bischetti

DOI
https://doi.org/10.13130/2282-7447/10322
Journal volume & issue
Vol. 6, no. 1

Abstract

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Intento di questo contributo è quello di studiare l’ars dictaminis in rapporto alla diffusione del fenomeno della traduzione nella Toscana medievale (secc. XIII-XV). In particolare, l’articolo mette in discussione la vulgata storiografica che individua un “eccezionalismo” della regione in ragione dell’estensione del fenomeno dei volgarizzamenti nonché nella capacità di sottrarsi ai dettami della tradizione tipicamente mediolatina del dictamen producendo una retorica di impianto oratorio incentrata sull’uso del volgare. Dopo una breve panoramica degli studi sul dictamen degli ultimi anni, viene studiato il rapporto tradictamen e volgare in due contesti, che sono stati scelti per la loro vicinanza e differenza: Bologna e Firenze. Di quest’ultima si è tentato di fornire le linee-guida dell’influsso del dictamen in particolare in un autore (Brunetto Latini) che è solitamente considerato particolarmente eversivo nell’uso e nella concezione della retorica; si è quindi passati a verificare la permanenza del modello retorico-dictaminale imposto da Brunetto, grazie all’apporto di fonti estranee all’ars (in particolare Albertano da Brescia), nel XIV secolo, misurandone la consistenza in una linea che da Andrea Lancia porta al notaio episcopale Francesco da Barberino. Ne risultano, quindi, due modelli differenti – uno bolognese, uno fiorentino – che emergono come tali anche nelle scelte librarie della tradizione manoscritta, che viene analizzata nell’ultimo paragrafo. The purpose of this contribution is to study the ars dictaminis in relation to the diffusion of the phenomenon of translation in medieval Tuscany (XIII-XV centuries). In particular, the article calls into question the vulgate which identifies an “exceptionalism” of the region due to the extension of the phenomenon of vulgarization as well as the ability to escape the dictates of the latin tradition of dictamen producing an oratory focused on use of the vernacular. After a brief overview of the recent literature on the dictamen, the relationship between this latter and the affirmation of the vernacular is studied in two contexts, Bologna and Florence. Such a comparaison has provided the guidelines for studying the influence of the dictamen, particularly in an author (Brunetto Latini) who is usually considered to be particularly subversive in the use and conception of rhetoric; we then proceeded to verify the permanence of the rhetorical model imposed by Brunetto, thanks to the contribution of other sources (in particular Albertano from Brescia), in the fourteenth century, measuring its consistency in a line that led by Andrea Lancia to the episcopal notary Francesco da Barberino. The result is two different models - one from Bologna, one from Florence - which emerge as such also in the manuscript tradition, that is analyzed in the last paragraph.

Keywords