Science & Philosophy (Dec 2021)

The banality of evil. A review in the light of the affective turn in the social sciences (La banalità del male. Una revisione alla luce dell’affective turn nelle scienze sociali)

  • Daniele Ungaro

DOI
https://doi.org/10.23756/sp.v9i2.691
Journal volume & issue
Vol. 9, no. 2
pp. 176 – 190

Abstract

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Abstract The well-known metaphor on the banality of evil, used by Arendt on the trial of the Nazi hierarch Eichmann in Jerusalem, can also be reviewed in the light of the so-called "affective turn" in the social sciences. Eichmann's tragic obedience to the creators of the Holocaust does not only derive from the renunciation to implement an autonomous thought, in the context of the Nazi system, but also from a deep inability to feel emotions and to develop empathic relationships. This allows a process of identification with the manipulation of emotions and feelings put into practice by the regime and at the same time a process of pathological detachment towards the politically persecuted by the regime itself. Keywords: Symbolic politics; Affective Turn; Political communication Sunto La ben nota metafora sulla banalità del male, usata dalla Arendt nel processo al gerarca nazista Eichmann a Gerusalemme, può anche essere rivista alla luce della cosiddetta "svolta affettiva" nelle scienze sociali. La tragica obbedienza di Eichmann ai creatori dell'Olocausto non deriva solo dalla rinuncia ad attuare un pensiero autonomo, nel contesto del sistema nazista, ma anche da una profonda incapacità di provare emozioni e di sviluppare relazioni empatiche. Ciò consente un processo di identificazione con la manipolazione delle emozioni e dei sentimenti messa in pratica dal regime e allo stesso tempo un processo di distacco patologico nei confronti dei perseguitati politicamente dal regime stesso. Parole chiave: Politica simbolica; Svolta affettiva; Political communication.

Keywords