ArcHistoR Architettura Storia Restauro: Architecture History Restoration (Nov 2020)

Recovery Practices in Abandoned Centres. Experiences from Abruzzo and Molise

  • Claudio Varagnoli,
  • Lucia Serafini,
  • Clara Verazzo

DOI
https://doi.org/10.14633/AHR262
Journal volume & issue
Vol. 0, no. 0
pp. 1160 – 1191

Abstract

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The interior areas of Abruzzi and Molise are littered with abandoned centres, primarily small towns and villages. We see total abandonment, mainly in mountainous areas. Partial abandonment impacts almost all of the rest of the territory, including places that had previously undergone rapid industrialization like Val Vibrata, Val di Sangro and Valle del Trigno. As in the rest of the country, here innumerable experiences are underway to limit abandonment and revive ancient settlements. However, the results have not always lived up to expectations. Tourism and cultural promotion was behind well-known interventions in S. Stefano di Sessanio, in L’Aquila, where a talented entrepreneur from the north bought the village, aiming to transform its old houses into rooms for tourists, and the similar case of Castel del Giudice in Campobasso. The same can be said for the experiments underway, especially during the summer season, in Castelbasso and Ripattoni di Bellante in Teramo, where cultural initiatives and artistic promotion are testing forms of territorial marketing. Based on ongoing research and the soon-to-be-published volume, this contribution reports on attempts to revitalise abandoned centres in Abruzzo and Molise, discussing their limits and objectives. The objectives include pairing the recovery of housing with the design of abandonment and selection of large-scale museum criteria in the territory, to draw the areas back into the network with their landscape and promotion of their residual identity. Pratiche di recupero dei centri abbandonati. Esperienze dall’Abruzzo e dal Molise Soprattutto nei piccoli comuni e nelle frazioni, le aree interne dell’Abruzzo e del Molise sono disseminate di centri abbandonati. L’abbandono totale riguarda soprattutto le zone montane; quello parziale quasi tutto il resto del territorio, e anche i luoghi che hanno conosciuto fenomeni di rapida industrializzazione come la val Vibrata, la val di Sangro e la valle del Trigno. Come nel resto del Paese, anche qui sono numerose le esperienze in atto per arginare il fenomeno dell’abbandono e rivitalizzare antichi insediamenti con esiti però non sempre all’altezza delle aspettative. Il turismo e la promozione culturale hanno veicolato i noti interventi realizzati a S. Stefano di Sessanio, in provincia dell’Aquila, comprato da un abile imprenditore del nord per trasformare le sue vecchie case in stanze per turisti, e quello, simile, di Castel del Giudice in provincia di Campobasso. Lo stesso si può dire per le esperienze in corso, a Castelbasso e Ripattoni di Bellante in provincia di Teramo, dove iniziative culturali e di promozione artistica tentano forme di marketing territoriale. Sulla scorta delle ricerche in corso e del volume in fase di pubblicazione, il contributo intende fare il punto sui tentativi di rivitalizzazione dei centri abbandonati dell’Abruzzo e del Molise per discuterne limiti e obiettivi. Tra gli obiettivi c’è anche la possibilità di affiancare, al recupero abitativo, la progettazione dell’abbandono e la scelta di criteri di musealizzazione su larga scala del territorio, rimesso in rete col paesaggio e valorizzato nelle sue identità residue.

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