Medea (Jul 2015)

Il margine del silenzio e l’agire comunicativo di Habermas

  • Luigi Tassoni

DOI
https://doi.org/10.13125/medea-1833
Journal volume & issue
Vol. 1, no. 1

Abstract

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Il contributo indaga la funzione del silenzio nella teoria dell’agire comunicativo di Habermas. Se il mondo è Discorso, se è il linguaggio a creare la comunità, il silenzio è allora – ritengo – un elemento imbarazzante nell'ambito della comunicazione. È possibile trovare tracce significative di questa concezione nel brano in cui Habermas tratta le idee filosofiche più strettamente connesse alla figura dell’individuo dominatore. È vero, in questo caso specifico, che la funzione del silenzio risulta marginale o persino insignificante? È corretto affermare che il silenzio si istituisce nel dialogo al modo di una morte del linguaggio, contraria alla sua vita? Ed è vero che, dal momento che non viene condiviso, il silenzio appartiene esclusivamente all'Ego e non è altro che un egoistico atto di esclusione, vuoto e privo di senso? Sarà necessario orientarsi tra due alternative: o il silenzio non partecipa al discorso (il che ci riporta alla antica contrapposizione metafisica di assenza/presenza, silenzio/parola), oppure esso partecipa al discorso, e veicola all'interno di esso vari tipi di indicazioni, a seconda del contesto. In questo modo sarà possibile fornire una corretta interpretazione dell'assenso, del dissenso, dell'accettazione, della sospensione, dell'introduzione all'ascolto.

Keywords